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lunedì 21 marzo 2016

Pare sia pareidolia

Invece del pareggio mi preoccupo di più che non sono ancora riuscito a togliermi quel brutto vizio che avevo da piccolo di mettere continuamente le cose in bocca. Anche se adesso lo faccio con le cose buone tipo la frittura di pesce. Perché è vero che Frosinone è un campo ostico per tutti e non solo per una Fiorentina poco serena, ancora poco precisa, e non più in grado di far valere la maggiore qualità tecnica. La sensazione è che, a differenza mia, la squadra non risponda più ai comandi dell’allenatore, come invece io ancora perfettamente a quelli della Rita. Sarà una questione mentale se al di là delle prestazioni deludenti dei vari Valero, Astori, se tradita ancora da Ilicic spesso avulso dalla manovra, è il gioco che non funziona più come prima. Qualche palo di troppo, la bella prova di Leali, e domenica scorsa il salvataggio di Gollini, bravi gli avversari, ma anche poco cattivi noi, che ormai prevaliamo nettamente solo per il possesso palla (70%). Purtroppo è la 5° partita senza vittoria, e di fatto si chiude qua la rincorsa al terzo posto di un campionato a tratti entusiasmante. Dopo il turn over  surreale contro il Verona, ‘sta volta Sousa ripropone la squadra titolare, che comunque non passa lo stesso, e anzi nel finale rischia addirittura di capitolare sulla traversa di Kragl. Con l’intera rosa a disposizione l’alibi del mercato di gennaio non regge del tutto, anche se capisco di certi pareggi usati come carbonella per riaccendere polemiche, ma la differenza in campo sia contro il Verona (che perde in casa contro il Carpi dopo aver perso in casa contro la Samp), e sia ieri, è talmente netta che recriminare per il mancato acquisto di un difensore e di un centrocampista a gennaio mi fa pensare che il buonsenso a volte va proprio a puttane. Spero almeno che si diverta. Se io non mi sono tolto ancora il vizio di mettere le cose buone in bocca, soffriamo anche di altro quando la delusione ci sopraffà. Soffriamo di pareidolia, che è la tendenza a vedere forme ed oggetti nelle strutture amorfe che ci circondano. Noi vediamo Mammana e Cognigni ovunque ormai. Abbiamo la tendenza istintiva e automatica a trovare strutture ordinate e forme familiari in immagini disordinate. L'associazione si manifesta in special modo verso le figure e i volti umani di certi difensori idealizzati come salvatori della patria, o di certi economi visti come la peste. Da gennaio infatti non si guardano più le partite per quelle che sono, ma si guardano per cercare altro. Quello che succede a chi va al mare per il caffè, a sfoggiare auto, fidanzate, moto. Qualche selfie in spiaggia, e poi via senza neanche averlo guardato. E con tutti gli errori che avrà sicuramente commesso la società, poi ci sono anche i gol falliti, i piazzamenti sbagliati sugli angoli, gli errori di misura, la mancanza di pressing, le scelte non sempre comprensibili di Sousa, e non solo quelle della società. E’ stata una stagione esaltante, nella quale ho davvero creduto di essere la squadra più forte, non era così, e oggi se proprio devo concedere alibi a qualcuno, quelli li conservo per chi ne ha veramente bisogno, perché la pressione forte  non è quella di chi deve affrontare una partita importante, e penso alle nostre donne davanti alla suocera che le osserva stirare a braccia conserte.




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