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martedì 29 marzo 2016

La Pasqua non è uguale per tutti

Non crederò al riscaldamento globale fino a quando le previsioni non daranno sole a Pasquetta. Si perché Natale è sempre il 25 dicembre, mentre Pasqua cambia ogni anno in base al fatto che a Pasquetta possa comunque piovere. E allora per Pasquetta vincere il destino vuol dire rimanere a casa. Tanto alla fine usciamo lo stesso, si, usciamo da queste festività fatti per il 70% d'acqua, il resto è cioccolata al latte. Poi quando mi sarei fatto volentieri una tisana al finocchio, scopro che purtroppo la Rita l'ha usato tutto per cucinare il coniglio. Sono comunque un teorico del disarmo progressivo, e dopo le abbuffate di Pasqua, ieri sera solo una bella pizza con salame piccante e la pastiera rimasta. A proposito di abbuffate, sullo stesso pianerottolo del Bambi ci abita una signora di Casola di Napoli, arrivata a Firenze alla fine degli anni settanta, il marito lavorava alla Pignone. Finestre aperte, e quindi ha sentito bene il Bambi quando lei ha concesso ai suoi ospiti la pausa sigaretta, ma poi: “Uhe, nun avit mangiat nient ! Che rè? mo l'aggià jettà ? Jamm natu poc!”. Questo mi ha raccontato prima di togliersi un grosso peso, quando mi ha preso da una parte per dirmi che finalmente dopo 6 mesi l'orologio della macchina segnava l'ora corretta. E anche la Pasqua risente di queste nuove tendenze alimentari miste a intolleranze, non so se ci sarà una terza guerra mondiale, ma di sicuro la quarta sarà senza glutine. Si vocifera anche di un rimpasto societario, sicuramente con farina integrale visto l’andazzo, spero almeno nell’unica certezza, che non è la quinoa, ma che rimanga Cognigni. Da salvaguardare come il pan di ramerino. E riguardo alla difesa ho la soluzione, ma giro la ruota. Mentre a riprova che il congiuntivo non è una religione, e che quindi non si può scegliere se crederci o meno, che Benalouane non è disprezzato da tutti, e che soprattutto la Pasqua non è vissuta da tutti con le stesse angosce, mi scrive un utente in privato (e che vuole rimanere anonimo), mi manda questa foto con dedica: “voi lamentatevi pure che trovate sempre dei portachiavi nell'uovo”.

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