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sabato 19 marzo 2016

L'ottimismo del correttore

Non è una scelta essere tifosi Viola. Pare invece che lo sia restarlo dopo il mercato di gennaio. Vergognoso e senza attenuanti per alcuni, addirittura preterintenzionale per altri. Ognuno vede un proprio scenario più o meno doloso, a seconda di sensibilità recondite, di supposizioni scondite, di scetticismo disperato. Niente di strano ovviamente, ci sono alcuni che davanti a una gran passera ti dicono "però devi vederla la mattina struccata" e sono fidanzati con uno scaldabagno. Poi c’è l’artista che in quanto tale da una lettura della realtà che va addirittura oltre, quella del poeta anche Oltrarno, e quindi anche la mia lettura del mercato di gennaio è come quella dell’artista in foto. E francamente dispiace che il mercato abbia procurato disagi psicologici che si trascinano ben oltre gennaio, fino quasi a sconfinare in aprile, quando invece sarebbe dolce dormire, e si dovranno togliere le gomme invernali. Un malessere diffuso che supera quello di chi va in ospedale a trovare qualcuno, poi esce e dopo aver pagato 12 euro di parcheggio lo ricoverano per un malore. Insomma, se il mercato di gennaio procura ancora fastidio dovete considerare che anche essere in vacanza significa che il Wi-Fi non funziona, ma che non ce ne importa nulla. Possiamo tranquillamente pensare che essere tifoso Viola è come essere sempre in vacanza. Tutti felici perché nati tifosi Viola, poi i figli dei vegetariani continueranno a nascere sotto un cavolo, e quelli dei carnivori li porterà la cicogna. Io comunque, a proposito di mercato, conservo erezioni per giorni migliori. E vorrei che anche voi foste meno sospettosi davanti a certe operazioni dell’ultimo giorno, del resto le coppie che si baciano la mattina presto non sempre sono amanti o lui si deve fare perdonare qualcosa. Essere sempre contro crea solo confusione alla fine, è un po’ come quando ce la danno perché sono troie, e quando non ce la danno allora sono troie. Così le confondiamo le donne. Io preferisco l'ottimismo del correttore, che se voglio scrivere Mastrota, lui pensa a Mastroianni. Mentre anche il Bambi è lì tutto il giorno, tutti i giorni, in tutti i luoghi e in tutti i laghi, come voi ad elencare a ritroso le operazioni sbagliate fino a Rebonato, e quelle mancate fino a Rumenigge. E se gli dici “si però Kalinic l’hanno preso”, ti risponde, “anche se inciampi sulla chitarra mentre leggi il bugiardino dell'antibiotico perché hai la bronchite può venire fuori una canzone di Morgan”. Morale della favola, anzi un consiglio; quello di tenerci stretti i Della Valle, e se siete hipster, di tenervi strette anche le persone che vi fanno radere.

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