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martedì 16 novembre 2021

Il tassista ama la pioggia


Per non parlare di Nazionale parto in tromba, a proposito al cinema c’è “Jazz Noir” il film sulla morte di Chet Baker, in sala 22, 23 e 24 novembre,  parto in tromba con l’aneddoto. La sfortunata impresa del maratoneta Dorando Pietri ai giochi di Londra 1908 fece sensazione e ispirò al giovane Irving Berlin una canzone che gli fruttò 4000 dollari. Narrava di un barbiere di Little Italy che scommette il suo negozio su Pietri e finisce sul lastrico. In tempi di pioggia, intanto, l’asciugatrice scala la classifica dei beni più preziosi, perché si dice che superati i tre stendibiancheria pieni non è più un salotto ma un campo di addestramento dei Marines. Agli amanti della rima l’umidità dona ilarità qua e là, e così con piove si va dal “in ogni dove”, “ne ho le prove”, “e chi si muove”, “la cosa mi commuove”, fino a quando il Bambi ha sbancato con “che voglia di un sessantanove!”. Da tutto ciò si evince che il tassista ama la pioggia, ma non lo ammetterà mai davanti al cliente umidiccio e infuriato, costretto ad usare un taxi che mai avrebbe chiamato. Mentre la compagna del Bambi crede più al fatto che la gente si fidanza per fare qualcosa la domenica. Ieri ho affittato un piccolo spazio dove un tempo ci parcheggiavano due camper, l’ho preso così quelli che smetto quando mi pare, da una parte, gli altri come me che smettiamo tutte le volte per iniziare tutto daccapo, dall’altra. Per colpa dei cambiamenti climatici chiudono “Studio Aperto” e “TG4”, poi invece sembrerebbe una bufala la notizia della chiusura, rilanciata da loro. E non c’è solo il problema del clima, chi compra il panettone a novembre ci intossica. Insomma, l’autunno è la stagione poetica dei paesaggi a tinte pastello, della città che si riflette nelle pozzanghere, della luminosità scintillante delle goccioline sulle macchine, dei marciapiedi ricoperti di foglie dorate e mascherine usate.

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