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lunedì 30 agosto 2021

Le serie tv


Ieri ho parlato telefonicamente con amici in fila, intrappolati, quote parti di serpentoni formatisi con gli incentivi, hybrid, mild hybrid, mai Berardi, amici contro la dittatura autostradale che vorrebbe imporgli di non partire etichettando giorni con bollini neri fascisti. Loro orgogliosamente liberi e restii a farsi ricattare. Uno di loro è pure salutista al limite del patologico non ha mai voluto trombare un piccione solo perché portano un sacco di malattie. Ma forse ho sottovalutato gli effetti collaterali degli ultimi anni di gestione DV e i primi di quella americana. Quello gobbo ha detto solo che c’è poco da stare Allegri. E se i veri ricchi si vedono a settembre potrebbe essere l’autunno Viola più promettente di Rocco. Mesi ricchi di soddisfazioni. A cominciare da ieri che sono andato a vedere “Come un gatto sulla tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto (per Ronaldo, si dice Coccia di Morto). Divertendomi pure. Forse Cristiano è un veggente. Facendo un parallelo tra le serie tv e il nostro digiuno di trofei mi sono chiesto ma quanta delinquenza c’è alle Hawaii da farci una serie tv da 10 stagioni. E noi siamo al doppio. Perché il nostro digiuno è una serie tv vero? Non è realtà? Poi penso che se mi chiedessero “hai più voglia di vincere qualcosa dopo tanto tempo o di andare in pensione” andrei in crisi. E se anche questo dilemma fosse una serie tv vorrei che la prima puntata della prima stagione fosse quella di me che passo tutto l’autunno a Firenze a prendere a calci le foglie secche e a fumare con fare drammatico. Io impersonato da Rocco Schiavone, mentre Rocco quello schiavone dei soldi a caccia di trofei e l’INPS al posto del FPF.

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