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domenica 29 agosto 2021

Abbiamo tutti la mamma Odriozola


Il ciclo della vita;  le vacanze sono finite (per gli altri), riaprono i tribunali, Berlusconi si ricovera, la Fiorentina torna a giocare a calcio. Fuori menù la Juve perde in casa con l’Empoli, e se il buongiorno si vede dal mattino ditegli a Ronaldo di scriverlo tutto attaccato (Ronaldo out- Scamacca in). Nico Gonzalez grande protagonista insieme a Vlahovic (il gol in torsione è pazzesco e unica occasione a disposizione), squadra che sembra conoscere lo spartito a memoria come se giocasse così da sempre, poi ci sarà da inserire Torreira e quello che fa rima con certe mamme, entusiasmo ritrovato che potrebbe farci tornare a dormire e superare così anche l'insonnia che ci costringeva a contare le pecore fino a quando non arrivava il pastore ed erano cazzi. Non mi interessa un bel finale, cerco un nuovo inizio. Vista l’intensità, i meccanismi, finalmente Callejon, Pulgar mai visto così (solo Castro a parte l’assist delude), Nico magie da bosco incantato e da riviera monegasca, Bonaventura ispirato, Vlahovic che si avvita come Bolle e che protegge meglio del caveau di una banca, Quarta che mette la quinta alla difesa, Terracciano che regala sicurezza ed esplora spazi sconfinati oltre la propria area piccola che poi racconterà ai figli di Drago, Italiano a cui tutti credono con dedizione, arriveranno Torreira e quello che Rocco non sa pronunciare, adesso pretenderemo di vincere e di entusiasmarci sempre così come vorremmo correre dietro a giovani donne, quando invece abbiamo bisogno di donne mature accanto capaci di riconoscere un infarto. Lo vogliamo perché abbiamo paura di ritornare lì nella terra di nessuno, quando sconfortati ci sentiremo autorizzati ad avanzare perplessità pure sul vaccinarsi per la terza volta, e finiranno per chiamarci NiVax. Rinfresca, torna l’entusiasmo, non ci resta che rimetterci la canottiera della salute mentale. Italiano insieme alla squadra mi hanno ricordato che vincere è bello, mentre mi ero convinto che lo era di più perdere tutto, così nessuno avrebbe più potuto toglierci un cazzo. Non vorrò più tornare l’anziano che quando finisce l’estate porta il cane a passeggiare al parco indossando il gilet da pescatore con trecento tasche color sabbia.

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