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martedì 23 maggio 2017

Il vestito liso


Purtroppo quello Viola è un popolo che non si accontenta solo di vivacchiare, e se non può competere per vincere sei scudetti consecutivi, vorrebbe competere almeno con realtà quali l’Inter per fare schifo sei anni consecutivi. Anni di qualificazioni alle coppe seguiti da un anno senza qualificazione sono il peggio che ci possa capitare perché non ci garantisce lo stesso tenore di vita. Sarebbe meglio per tutti se Della Valle vendesse a un inviato della trasmissione “Dalla vostra parte”. Anche se io l’inferno lo immagino diversamente; vino bianco scadente e caldo, lampredotto e ketchup, il Festivalbar e Montella che va in EL al posto nostro. Volere un’altra proprietà è un desiderio legittimo, poi c’è la realtà, che senso avrebbe la richiesta di Jovanotti se il suo amore si fosse dovuto affacciare dalla finestra di un palazzo in un quartiere popoloso? Troviamoci prima un bello sceicco o un cinese aggressivo per evitare di sbatterci il muso come quel bambino che correva tra i tavoli del ristorante, che se non ci ha pensato la mamma a insegnargli come si fa ci ha pensato la colonna. Io sono coerente e troppo poco intelligente per cambiare idea, continuo ad apprezzarli come quando inquadrano Nedved e continuo ad insultarlo esattamente allo stesso modo di quando giocava e si tuffava. E a chi c’ha da ridire sul riscatto di Maxi Olivera gli darei Bruno Peres a 15 milioni. Anche il Bambi è incazzato nero coi Della Valle, e questo nervosismo lo influenza su argomenti che in epoche di quarti posti dava per scontate, ieri si è risentito in un ambito, quello dell’arte, da cui era sempre rimasto fuori, e dopo le parole di Diego sul Corriere della Sera, se n’è uscito con uno sprezzante “Ma che cazzo c’avrà da ridere la Gioconda? Altrimenti c'è l’azionariato popolare anche se può spaventare i tifosi economicamente più prudenti, ma è arrivato il momento di smetterla di fare i bottegai pidocchini, e mi riferisco soprattutto a quelli costretti dalla loro parsimonia a non rispettare neanche i canoni più formali della propria professione, e per questo costretti ad evitare l’acquisto dell’abito nuovo di cui hanno tanto bisogno solo perché sono ingrassati e non vogliono buttare i soldi nella speranza di dimagrire. Professionisti fiorentini braccini, grassi e con il vestito liso, che il terzino destro che non abbiamo lo venderebbero come Totò la Fontana di Trevi.

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