.

.

mercoledì 3 maggio 2017

Chi fa la spia non è figlio di Di Maria


Perché sono così sereno malgrado la classifica dei rigori a favore? Perché mentre c’è chi pensa in grande e per abbronzarsi deve mettere a budget di andare in Versilia o in second’ordine in Sardegna e in Costa Azzurra, io mi abbronzo alla fermata del 23 A per Sorgane che ne passa uno ogni 25 minuti. Vedo poi un eccesso di timore diffuso come se qualcuno ci avesse chiesto se siamo ipocondriaci e non alziamo la mano per paura di slogarci la spalla. Se la cosa vi rassicura possiamo dire tutti in coro che la società sbaglia, che non è perfetta, del resto non ho ancora trovato un esemplare di plumcake che non rimanga per metà attaccato alla carta. Forse gli ultimi li faceva Zamparini prima di passare la mano a Baccaglini. Poi vi ricordo che svelare pubblicamente tutto il male fatto da questa società rientra in un classico della filastrocca italiana; “Chi fa la spia non è figlio di Di Maria”. Evidentemente la differenza tra me e voi è che io non ho niente da dire e lo dico tutti i giorni. Del resto mi sono pure interrogato sul senso dell’esordio di Mlakar e ho preso quattro come quando andavo a scuola. Allora canto mentre aspetto il 23 A e mi abbronzo, canto “Meravigoloso “ (essere Viola) Tu dici non ho (vinto) niente, ti sembra niente il sole, la vita, l’amore (per la maglia). E qui finisco la metafora del motorino iniziata ieri, per dire che è vero che li modificavamo per raggiungere velocità sempre più elevate e impennare senza frizione, ma anche senza raggiungere nessuno degli obiettivi stagionali, o i cento all’ora, le nostre soddisfazioni ce le toglievamo anche stando fermi sul cavalletto ad aspettare di vedere qualche bel culo o di battere Juve, Roma e Inter.

Nessun commento:

Posta un commento