Secondo me molto di quel magone che poi provoca le contestazioni ai Della Valle non è pianto, ma fame. Di quella chimica. E quando si scatena, per molti di loro è puttana anche la madre del lievito. Al tifoso Viola rimane sempre un po’ di quell’amaro in bocca tipico di quando uno chiede se stai andando via dal parcheggio e tu gli rispondi di essere appena arrivato. Specie se fa gol Bernardeschi al quarto minuto di recupero che ti strozza la contestazione in gola. Comunque in fondo in fondo è gente buona che risponde alla mancanza di un terzino destro con pizza scaccia chiodo. E poi capisco benissimo che sia più facile amare i cinesi che comprano le milanesi e le fanno giocare di merda. Solo un’avvertenza ai contestatori seriali, di ricordarsi per star bene, che anni, amori, scudetti e bicchieri di vino non andrebbero mai contati. A prescindere dai Della Valle. Non vale solo nel calcio la filosofia del riuscire ad apprezzare quello che si ha per vivere meglio, è naturale quindi che una camicia o una bella cravatta come regalo vanno bene, o anche una bella borsa Piquadro. Certo il culo è meglio. Ma la felicità sta nelle cose piccole (vedi foto). Non ha fatto bene sapere che i rigori ce li fischiano malgrado la percezione fosse che non ce li fischiassero mai, non fa bene vivere con la spada di Damocle di un triplete bianconero sulla testa. Non ha fatto bene arrivare ad un passo da Mammana, così come non fa bene rimanere con il dubbio di quanti dei nostri giocherebbero titolari nella Fiorentina Women’s. Tutto questo provoca insicurezza sul futuro e quindi contestazione, se prendiamo un campione di tifosi insicuri che in più hanno anche il peso della gestione del giardino scopriremo che si alzano alle cinque solo per vedere se è entrato in funzione l’impianto d’irrigazione.
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