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domenica 16 aprile 2017

Risorgerei a Napoli



C’è l’addio all’imbattibilità interna nell’uovo di Pasqual. Disastrosi Mazzoleni & co, disastrosi Tata & co, disastrosi Sousa & co. Quando "co" non sta necessariamente per Cognigni. Riuscire a perdere contro questo Empoli è la vera impresa della giornata, sarebbe comunque finita pari senza la banda dei rincoglioniti con fischietto. Per fare peggio e dare più peso all’attacco Sousa avrebbe potuto mettere Babacar in porta, che comunque avrebbe fatto meglio di manine di burro Soresinu. Si, risultato falsato dall’arbitro, più falsato ancora del primo derby cinese (il recupero è durato di più per via del fuso orario di Pechino). Cattivi pensieri? Come un fioco raggio di sole che squarcia l’umidità del mattino così un pensiero mi si fa strada nella testa; poppe. E dopo Fiorentina-Empoli ho invitato Godot a lasciare perdere, a non venire a Firenze per Pasqua. In compenso più che una partita è sembrata una vera Via Crucis. A questo punto mi chiedo a chi tra Barabba e Gesù, Mazzoleni avrebbe mostrato il cartellino rosso. Perché Kalinic non voleva sostenere che il rigore non ci fosse, ma solo che il presidente coreano non ha la bomba nucleare. Mazzoleni non capisce proprio un cazzo, o forse è lui stesso un test nucleare. Gli addizionali Filippo Lippi, Paolo Uccello e Andrea del Castagno hanno influito nella formazione del Mantegna-Mazzoleni, e da lì nella creazione di quel rigore che verrà ricordato come “La crocifissione del tifoso Viola”. Per quanto riguarda la lotta per il secondo posto, tra casatielli, pastiere, agnelli e carciofi arrostiti, se fossi Gesù risorgerei a Napoli. Di un partita squallida mi rimane impressa la foto del rigore di Pasqual, come quelle foto dove certe fatalone indossano le calze a rete e mi viene voglia della mortadella. Con la stessa tenacia di quei ciuffi d’erba che crescono nell’asfalto continuo ad essere orgogliosamente Viola. Malgrado Sousa e Mazzoleni.

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