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lunedì 31 agosto 2015

Una domenica di valico

E’ strano parlare del calcio di fine agosto con l’alito di settembre così a ridosso. E settembre è rinomato per strusciare l’aglio sul suo quotidiano.  Saranno considerazioni tipiche di quando si scavalla se dico subito che Sousa mi sorprende quando usa la parola “Omelette”, perché lo fa senza alcun accenno ad allusioni. Così come mi sorprendono sempre quelle persone che sono in grado di usare la parola "salsiccia" senza alcun accenno ad allusioni sessuali. Poi sorprende anche la squadra però, quella della prima mezz’ora, che conferma tutto quanto di buono si era visto contro il Milan, e l’altra, che evidentemente con la testa ha già scollinato da agosto a settembre, e così si perde nel traccheggio di un mese di merda, contro un Torino che non fa niente invece per aggiornare la pagina del calendario. E’ proprio un settembre lontano dai sogni di scudetto e vicino alla fine dell’estate quello di domani. E ho paura dei vostri giudizi di solito così cattivi malgrado le cose andassero bene. Oggi temo che anche la mamma del lupo cattivo gli dica di non fermarsi sul blog a parlare con voi. Capisco che quella di certi utenti non è stata una fuga sconsiderata dal blog, ma una vera partenza intelligente. Difficile capire cosa sia successo a quella Fiorentina che ha dominato la partita nella prima parte, e quella che subisce due gol in un minuto, e poi il terzo, senza più cambiare marcia. Senza reazione, Non me lo spiego e confesso che la stessa cosa mi capita quando al ristorante mi indicano al cameriere "Assaggia lui". E assaggio senza avere la forza di ammettere onestamente "Guardi, non ne capisco un cazzo, riempia pure il bicchiere". E chissà allora dov’è nascosto il segreto di questa sconfitta, comunque sia vi giuro che non lo so altrimenti ve lo rivelerei subito pur di passare da uno che degusta sapientemente di calcio. Non lo so davvero, anche se è vero che gli uomini sono i migliori a mantenere i segreti, principalmente perché non ascoltano quello che dici. Ho avuto come l’impressione che la squadra si fosse compiaciuta così tanto da aver pensato di poter gestire il vantaggio palleggiando per oltre un’ora senza avere più la voglia di far male. Salvo tutti quelli della prima mezz’ora e boccio tutti gli altri che ci hanno traghettato fino a questa prima sconfitta. Vorrei guardare la realtà dura dopo queste tre sberle e non pensare più allo scudetto, ma non posso farlo. So che ne va della mia vita d’innamorato sognatore. Allo stesso modo di quando una donna ti parla, e ti compare un culo dietro, sai di non poter distogliere lo sguardo perché ne va della tua vita. E per cercare di portare fino a settembre gli ultimi refoli dello scudetto d’estate, al massimo posso dire che pensavo fosse un pesce e invece era un granchio. In totale fanno due granchi. Tra gli interrogativi di questa brutta domenica di fine agosto ai quali la squadra dovrà rispondere sul campo, c’è anche quello tipico di chi da fuori assiste al motivo per il quale la squadra la volta dopo dovrà rispondere sul campo. Chissà se sono nate prima le bestemmie o i vicini di casa. E poi non c’è un solo motivo come chi indica che siamo tutti cristiani osservanti fino a quando le buste di merda della Coop non si sfondano in mezzo al parcheggio. Ci sono anche quelli che vanno alla Conad. Si, ieri abbiamo preso un bel due di picche, forse anche tre, di quelli “Sì, sei simpatico, ma stasera non posso uscire con te, ho da fare. Devo cambiare il rotolo di carta igienica in bagno”. Questa cosa che dopo agosto non arriva luglio deve finire.


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