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sabato 9 ottobre 2021

Il tempismo


Questa bega del mancato rinnovo rafforza quella mia convinzione a proposito del DNA, della bellezza, dell’intelligenza, senza però sottovalutare il tempismo. Il tempismo. Sia chiaro poi che il fenomeno globale non è certo Vlahovic ma la serie tv coreana di Netflix Squid Game (che suggerisco a Giglio). Poi leggendo Jean Cocteau quando dice “Se non ci fossero le calze, le gambe delle donne sarebbero soltanto mezzi di locomozione” ho capito che quei giocatori con i calzettoni che spariscono sotto i pantaloncini (Drago e Callejon) sono metrosexual. Per venire ai possibili sostituti all’estero scrivono “carbonara” e ci mettono tutto fuorché quello che ci andrebbe davvero. Un po’ come quando si scrive Kokorin giocatore. Magari buttano pure una mezza manica quando ci vuole la felpa. O forse più semplicemente Ristic non è buono nemmeno fritto. In quanto al razzismo certi cori potrebbero essere anche una cover di “Volare”, e da qui “nel buh dipinto di buh”. Sono un tifoso troppo semplice per tutte queste strategie contrattuali, quando entro in un bar e vedo un maritozzo con la panna lo mangio. Con ‘sta storia del rinnovo la stessa compagna del Bambi si fa troppe seghe per non avere il pisello. E ad una sua cugina di secondo grado che tifa Atalanta ha detto che finché non succede a te non puoi capire come ci si sente. Naturalmente per me peggio di questa vicenda c’è il fatto che anche quest’anno non ho vinto il Nobel nonostante non faccia altro che scrivere tutti i giorni. Alla fine ringrazio l’autunno che ti permette di pronunciare la frase “certo che comincia a fare fresco”, che ti consente di cambiare discorso quando ti sei rotto le palle di parlare sempre di Vlahovic. Così posso dire che il mio preliminare preferito rimane il venerdì.

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