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martedì 2 marzo 2021

I rutti non ci fanno più paura


Forse abbiamo nostalgia del passato perché desideriamo riavere cose che non abbiamo mai avuto. Il riavere non include Prandelli. Nella Fiorentina di Rocco sono stati fatti tanti errori, ma mai quello di ammetterlo. A Rocco che ancora non ha capito una sega rispondono prontamente quelli che dopo un anno di pandemia usano due mascherine di stoffa sovrapposta invece di una ffp2. A me Rocco ricorda molto quei ristoratori che dopo 10 stagioni di 4 Ristoranti non hanno ancora capito che devono pulire la cappa. Diciamo che ad oggi meglio di questa proprietà sarebbe stato anche ruzzolare le scale con le mani in tasca, ma poteva pure andare peggio, essere di Vecchiano e tifare Pisa. Per adesso non ci resta che rimanere in attesa, come le donne di Klimt. Poi uno strano sogno agitato, di quelli quando c’è il turno infrasettimanale e le probabilità di riperdere in rapida successione sono molto alte, uno strano sogno nel quale mi è apparso il Signore con la maglia di Montiel, una strana visione dove beveva il caffè con lo zucchero perché solo i santi lo bevono senza. Purtroppo non lo saprò mai il significato di quella maglia perché la mattina dopo, sempre nel sogno, venne ucciso dopo che la moka gli esplose in faccia per uno strano difetto di fabbrica. L’ho raccontato al Bambi e secondo lui vuole solo dire che il pezzo della Pausini che ha vinto i Golden Globes equivale alla bellezza di un pignoramento in tempi di pandemia. A me ha invece fatto pensare più alla designer taiwanese Yi-Fei Chen, un mito per noi tifosi Viola che viviamo non più in buca ma in una valle di lacrime, lei che ha fatto l’invenzione del secolo con la quale rispondere ai rutti di Rocco. Un’arma che raccoglie le lacrime e le condensa congelandole per farne proiettili da sparare contro chi le ha causate.

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