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martedì 27 giugno 2017

Tra Bertolino e Rodari ci sono quelli che non vogliono i Della Valle e aspettano i tappetari


Con quella faccia un po’ PD che abbiamo noi che abbiamo perso a Genova”, prendo in prestito l’ironia di Enrico Bertolino perché racconta la stessa faccia di quelli che vanno via da Firenze per alzare l’asticella. Capisco che il tifoso cerchi sempre la perfezione, solo grandi campioni in entrata insomma, ma allora in un mondo perfetto il panino con il salame dovrebbe essere dissetante. Il Fronte Gobbo Interno è sicuro che alla fine del prossimo campionato ci sarà una copertina così del Guerin Sportivo, però con Ilicic abbracciato a Viviano. L’importante adesso è che se ci concentriamo sulle grandi operazioni in uscita, compresa quella dei Della Valle a favore degli eredi di Marino Groovy, poi non trascuriamo l’igiene intima. Scusate il cinismo tipico di San Frediano, ma se proprio devo tenermi qualcuno a fianco, questo non può essere Gonzalo. Preferisco il telecomando dell’aria condizionata. E poi tutti questi giocatori che chiedono un adeguamento del contratto lo sanno che in Italia con un euro si possono comprare due banche venete senza debiti? In un periodo di striscioni duri che una rivendicazione delle Brigate Rosse sembrerebbe oggi una barzelletta di Gino Bramieri, e dopo un comunicato della Proprietà che apre il cuore dei Veri tifosi Viola, ho deciso di utilizzare una filastrocca di Gianni Rodari per propiziare l’arrivo degli autoctoni. “Un signore di Scandicci buttava le castagne e mangiava i ricci. Un suo amico di Lastra a Signa buttava via i pinoli e mangiava la pigna. Suo cugino in quel di Prato mangiava la carta e buttava il cioccolato. Un parente di Figline buttava via le rose e odorava le spine. Un suo zio di Firenze buttava in mare i pesci e mangiava le lenze. Un compare di Barberino mangiava il bicchiere e buttava il vino. Tanta gente non lo sa, non ci pensa e non si cruccia: la vita la butta via e mangia soltanto la buccia!”

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