Malgrado il rendimento dei Viola in questo periodo il mattino ha comunque il pandoro in bocca, e poi i primi segni di esaurimento nervoso sono tutti nella canzoncina che fischietto alle sei di mattina; “l’antipiretico magnifico”. E nel mio esaurimento non c’è solo la Fiorentina con Zarate falso nove, c’è soprattutto la consapevolezza che a nessuna donna piacciono i baffi, e che te li fanno tenere per farti credere che decidi qualcosa. Il più classico esempio è a casa Buffon dove comanda la D’Amico. Mentre difendo la piena autonomia di Tata che decide in proprio quando uscire a vuoto. Poi ti accorgi non tanto di aver sbagliato nel credere in Paulo Sousa, quanto invece che Zsa Zsa Gabor fosse immortale. E a questo punto se uno mi chiede che cosa vorresti salvare di questo 2016, visto l’arrivo del Napoli di Dries Mertens, dico la faccia. La Fiorentina purtroppo sembra aver definitivamente smarrito quell’effetto sorpresa che per un po’ ha ricalcato l’effetto simpatia dei Babbi Natali appesi ai balconi ormai però finito da più di 10 anni. Devo dire che non bastava la formazione di Sousa a Genova, purtroppo la storia è costretta ad annoverare anche l’omaggio de Il Volo ai Queen con “Somebody to love”, e prima o poi l’umanità pagherà per tutto ciò. Un’umanità divisa tra Kalinic in panchina e Zarate esaltante prima punta. Un’umanità sempre in lotta tra le foto hackerate della Leotta e una vittoria di prestigio al Fuorigrotta. Divisi tra chi è costretto a bruciarsi i polpastrelli per eliminare le impronte digitali che lo condannerebbero al sicuro riconoscimento, e quelli che compilano la classifica marcatori e danno la caccia agli specialisti dagli undici metri. Umanità divisa tra chi vuole cominciare la partita attaccando verso la Ferrovia per tenersi l’assalto verso la Fiesole nel secondo tempo, e chi invece se ne fotte perché tanto in streaming fa fatica anche a riconoscere il pallone. Divisi tra tifosi ecologisti e no, dove per NO intendo quelli che esigono campioni, mentre gli ecologisti preferiscono i bidoni per fare meglio la differenziata. E poi e soprattutto un’umanità divisa tra quello che compra un olio extravergine buonissimo a un prezzo basso da uno che conosce, e quello che lo vende.
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