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venerdì 2 dicembre 2016

Pensieri e parole di altri sul futuro della Fiorentina


Il Bambi si chiede come faccio ad essere ottimista anche dopo i tre gol del Paok, i 4 dell’Inter, la rottura con Gonzalo e l’ennesima dichiarazione dell’agente di Badelj. Così colgo l’occasione per spiegare uno stato d’animo che anche voi potreste trovare irresponsabile. Guardo al futuro, carico di speranza, e il segreto è guardare a un futuro che arrivi al massimo dove arriva lo sguardo. Per futuro intendo quindi l’ora di pranzo. A questo proposito ricordo la Beatrice dalle poppe grosse,  ci compensavamo a meraviglia proprio perché io guardavo con ottimismo a mezzogiorno, lei invece alla cena, dopo amava dormire coperta solo da due briciole di pizza. Poi ho dovuto precisare al Bambi che pur essendo ottimista non stavo ridendo, era solo che mi si era ritirato il viso per via del freddo. E poi tutto è soggettivo, ha esagerato più Lapo o Sousa a inserire Perez? Sono troppi o sono pochi i 9 giorni di lutto per Fidel? Considerato che il Bambi 9 giorni di lutto non li osserva nemmeno quando c’è la sosta di campionato. La cosa che invece mi preoccupa e non c’è ottimismo che tenga, è se penso a Tommaso quando vedrà una passera pelosa e si domanderà che cosa potrebbe essere. Certo, io a differenza del Bambi sono facilitato perché sono un sognatore mentre lui è iperrealista.  Per rendere meglio l’idea posso dire che la sua fantasia sessuale più ricorrente è trombare. Mentre io non sogno e basta, mi faccio prendere la mano da chi poi se la mette sulle poppe. Prima parlavamo di un sorriso che non era un sorriso, ma negli occhi qualcosa il Bambi lo aveva notato davvero, ieri infatti era  il compleanno di Pennac, e in risposta a chi ancora mi prende in giro perché lo scorso anno ho sognato lo scudetto uso le sue parole: “Quando la vita è quello che è, il romanzo ha il dovere di essere quello che vuole”. E infine per rispondere alle preoccupazioni del Bambi in merito ai 3 gol col Paok e ai 4 con l’Inter, visto che ieri compiva gli anni pure Woody Allen, mi gioco un pensiero anche di lui: “Se di tanto in tanto non hai degli insuccessi, è segno che non stai facendo nulla di davvero innovativo”.




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