Mi è esploso il tormentone Sousa Si, Sousa NO proprio sotto le feste di Natale, come se già non bastasse il referendum a distoglierci dal reale dilemma di fine anno. Con o senza i canditi? Perché senti quelli del NO e ti viene voglia di votare SI, allora senti quelli del SI e ti viene voglia di votare NO. Per non parlare dell’uvetta. Qualcosa di simile a quello che dicevo ieri sugli allenatori che si sono succeduti, che devono arrivare e che non ci vanno mai bene. Firenze si divide ancora, gli stessi che in questo periodo sceglieranno lo zampone o il cotechino quando erano più giovani votavano per la Lambretta oppure per la Vespa. E lo capisco anche il portoghese, i vincenti per avere le giuste motivazioni devono sempre alzare la posta, arginerei quindi certe sue ambizioni intanto mettendogli la cassetta delle lettere a tre metri. Così per arrivare a fine stagione tutti più tranquilli. E liberare Corvino dall’affiancamento durante le conferenze stampa che è proprio quando deve andare a fare la spesa. Intanto continua la fuga dei cervelli, Lapo da una parte, giocatori a scadenza come Gonzalo dall’altra. Il Bambi è tra quei tifosi che dice SI ai canditi, al cotechino, alla Vespa, al colesterolo, ed è d’accordo con Sousa circa le ambizioni, lui capisce bene gli allenatori che dichiarano di avere fame specie la notte. Voglio però cercare di andare oltre alle tante polemiche, ai procuratori, alle ambizioni ostentate come grossi suv, ai presidenti ragionieri, a Calamai, a chi non onora la maglia che alla fine invece è l’unica cosa che rimane. Tutto il resto passa. Come l’uva. Come quelli che arrivano a milioni e poi ripartono. Mentre un fiorentino in mezzo ai turisti lo riconosci sempre perché attraversa col rosso. E poi basta con gli alibi, specie quando si sostiene che a Firenze non si vince perché la squadra sente troppo la pressione del pubblico. Chi dice che l’Artemio Franchi mette ansia non ricorda la musica di Super Mario che accelerava quando stava finendo il tempo.
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