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domenica 18 dicembre 2016

Quando



Mi ha fatto tanto male il gol di Higuain, mi ha fiaccato più dell’influenza. Vedi vincere la Juve e ti viene voglia di dire basta, di fare come Mina e di rifugiarti in un eremo. Anche se quando l’ho detto al Bambi lui non l’ha presa come un ipotesi di ritiro dalla vita sociale, più che altro un invito a mangiare di tutto.  Insomma, le vittorie della Juve ti tolgono i sentimenti, Mi passa davanti tutta la vita come un film e mi ricordo l’odore acre dei fumogeni contro l’Andelecht in curva Fiesole, quando il bancomat più vicino era il reggiseno della nonna. Quando bastava il potere consolatorio del Kinder Pinguì. Quando ancora non dovevo millantare nessun titolo di studio perché andavo fiero del Battesimo. E poi nemmeno Batistuta era laureato. Quando ancora non mi chiedevo quanta merda ci fosse  sotto il ponte di Baracca. Quando non c’era ancora il problema dell’olio di palma ma esisteva ancora l’eccitante freschezza di Fa il primo bagno schiuma al Laim dei Caraibi. Quando ancora non esistevano studi di statistica sulle coppie andate in crisi per colpa dei venditori di rose. Quando le nonne non erano costrette a mettere il WiFi in casa per farsi venire a trovare dai nipoti.  Quando Don Mazzi non era ancora pronto ad accogliere Marra. Si, un gol di Higuain può innescare tutti i rimpianti rimasti ricacciati maldestramente nell’inconscio, per fortuna però oggi c’è una cosa che prima non c’era, c’è Telethon (facciamo una donazione al 45510) una fondazione che finanzia la ricerca sulle malattie genetiche. Ed è proprio grazie a loro che oggi c’è l’antidoto ai gol di Higuain. Quelli di Kalinic, sempre se Sousa non lo manda in panchina per preservarlo dalle malattie genetiche agli adduttori. E ora torno a letto.

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