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venerdì 9 dicembre 2016

La prima scrematura


Sousa sposta Chiesa al centro del villaggio e così Tello rimane sulla panchina a guardare l’inaugurazione del sottopasso Milton-Strozzi, proprio mentre il giovane Federico realizza il suo primo gol da professionista e guadagna la sua prima espulsione. Badelj nel frattempo dirige meglio di Beppe Vessicchio mentre Vecino strappa la partita.  Il termometro a zero gradi, la neve spalata un’ora prima, l’Azerbaigian, tutti fattori che a un certo punto mi hanno fatto pensare che non ci sia niente di più bello che infilarsi il pigiama riscaldato dal termosifone. Io quindi in pigiama e la Fiorentina sempre in partita, e per meglio esserne padrone Sousa a un certo punto è costretto a togliere Babacar per Kalinic, uno che alza il pressing e che da una scossa. Mentre il Khouma cercava ancora di capire dov’era così come il Bambi quando sostiene di saper azionare il tergicristallo posteriore ma in realtà per cercarlo accende i fari, le quattro frecce, aziona il clacson, bestemmia, accende anche i fendinebbia. Bastava un punto ma la Fiorentina vince forse anche per rifarsi un po’ dalla delusione della sconfitta sciagurata contro il Paok maturata all’ultimo istante. La partita è stata vera come non lo sarebbe stata se non avessimo perso contro i greci, e che ci consegna un’altra scommessa vinta da Sousa: Federico Chiesa. Per ricapitolare Vecino è stato il migliore in campo, molto bene anche Badelj e i 99 tifosi che hanno seguito la squadra nel gelo di Baku, ai quali è stato regalato un cappello di lana dalla società, mentre Kalinic regala verve all’attacco, poi ci sarebbe anche chi è spento e chi soffre contro gli attaccanti del Qarabag. Ma in questo periodo se proprio devo fare una prima scrematura, allora preferisco mettere quelli che scartano i canditi da quella parte, e le persone per bene di qua.

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