.

.

mercoledì 8 agosto 2012

Vio-lare

Salutata Moena è tempo di consuntivi, e quindi di dire con soddisfazione che è stato un gran bel ritiro, nel quale lo staff di Montella ha potuto lavorare con serenità, prima avvolto solo dalle Dolomiti e poi da un entusiasmo crescente, con il tifo che ha scalato con successo la parete difficile dello scetticismo, un ritiro che non ha visto neanche infortuni di rilievo fatta eccezione per il ratto delle pernici. “Fusse che fusse in Val di Fassa la vorta bbona”, che la Fiorentina cioè riuscisse a mettere nelle gambe la forza per imporre all’assetto del campionato le giuste geometrie della squadra rivelazione, noi ce lo auguriamo e un po’ ci crediamo anche. La società ha dimostrato lucidità nell’assortimento della rivoluzione, una varietà che ha avuto come comune denominatore la validità tecnica dei nuovi acquisti, oggi capiamo meglio cosa avesse convinto Montella ad entrare in quello che sembrava solo un covo di vipere, un ambiente dilaniato da crisi di nervi e giocatori in crisi, con stampa e tifosi confinati nel lazzaretto del pessimismo cosmico perché portatori di malattie contagiose quali l’autolesionismo. Poi i rosiconi e le mamme Ebe sono stati debellati con la trasfusione totale dei giocatori, e con un convalescenza della passone che è stata affidata all’innovativo staff di Montella, immancabile oggetto di polemiche per via del numero, quando ancora l’aria di Moena non aveva ossigenato bene gli animi beceri della maldisposizione, uno staff che si è imposto positivamente lasciando una bella impressione. Un tema quello del numero elevato che era stato affrontato anche ad Hollywood con il film “10” nel quale Bo Derek utilizzava le treccine in barriera ancora prima di Gullit. Abbiamo potuto apprezzare la professionalità di questo gruppo, integrata a metodi innovativi, e che alla fine potrebbero diventare proprio il valore aggiunto da spalmare su una buona fetta del prossimo campionato. E tra questi, chi ci ha colpito di più è stato Gianni Vio, il mago delle palle inattive, probabilmente perché lo vede lavorare in quella landa desolata che è stata l’efficacia sui calci da fermo dell’ultima stagione, e la regina di Moena prima di abbandonare il ritiro e salutare la compagnia ha voluto mettere la sua firma d’autore confrontandosi proprio con lui. La Bice ha chiesto all’esperto di punizioni di ascoltare quello che secondo lei poteva essere una variante importante di uno dei suoi schemi più conosciuti, nuova e più destabilizzante per l’avversario, da prima è sembrato scettico ritenendo le sue metodologie già sature di strategia, fino a quando però, ancora intento a ripassare i movimenti giusti da attuare per sfruttare al massimo le palle inattive che saranno concesse dal Galatassaray nell’amichevole di oggi, ha capito sulla sua pelle che la Bice aveva pienamente ragione. Nella foto di copertina infatti la nostra inviata mostra a Gianni Vio il suo di metodo in barriera, nettamente più efficace di quello che per distrarre l’avversario prevede di abbassarsi semplicemente i pantaloncini, come poi sarebbe diventato anche il suo marchio di fabbrica.