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sabato 11 febbraio 2023

Quel che resta di Juve-Fiorentina


Questo periodo di calo del desiderio Viola mi è almeno servito per fare pace con i mali estremi. E forse ritroveremo un centravanti vero solo quando finiranno i saldi Poltronesofà. Purtroppo quando vedremo finalmente la famosa rovesciata di Cabral ci verrà l’ecopelle d’oca. Il fatto che da Batistuta siamo passati a questi è la conferma che non importa quanto ci impegniamo, moriremo comunque tutti democristiani. Perché quando si ha voglia di cambiamento come Italiano, senza averne il coraggio però, allora si compiono piccole, ingannevoli variazioni, tipo invertire gli esterni. C’è il Pizzichi che un tempo faceva tutte le trasferte, oggi quando vuole godersi la vita occupa per un po’ il lato libero del letto. Per fortuna possiamo dire che l’andamento demografico aiuta l’estinzione del tifoso. A chi si meraviglia che Tom Morello suoni con i Maneskin, si è lasciato trarre in inganno come Pradè quando ha preso Cabral, quello non è Morello ma Aldo Baglio. Ci sarebbe anche Juve-Fiorentina, che se fosse un esame sarebbe “Prof ma neanche 18?”. Come sono lontane le domeniche di quasi quarant’anni fa, arrivavo a sera senza l’immagine di Rocco in tribuna, mi piaceva cenare con il caffellatte e guardare Drive-In, con il paninaro e le poppe di Tinì Cansino. Insomma, Juve-Fiorentina con i gobbi devastati, noi cosmosodomizzati, praticamente una cena sushi all you can eat. Addio dignità, addio mondo, addio appetito.

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