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martedì 21 luglio 2020

Storie di malaffare Diladdarno


Spesso si parla di Europa, non quella del calcio purtroppo, e per boicottare gli olandesi da oggi non comprerò più Van Gogh, così a quei chiodi potrò finalmente appenderci le metafore. Insomma l’Olanda passa dal calcio totale al calcio totale nei coglioni. Per non saper né leggere né scrivere intanto ho pisciato sui tulipani del vicino. E il welfare? Per me dovrebbe essere un Nerello Mascalese di Stato al tramonto. Al Bambi, invece, una volta raggiunta la salvezza è calato di schianto l’interesse, alla domanda del perché scrivo comunque editoriali tutti i giorni, e come faccio, ho risposto che scrivo sempre per non trovare il tempo di rileggermi. E che peggio degli editoriali solo i chopper, le moto da trial e tutte quelle moto che di notte in centro fanno a gara a chi fa tremare di più i vetri. Finito di parlare della salvezza il rischio adesso è quello di tornare a parlare dei migranti, o peggio ancora, di riesumare vecchie storie di malaffare Diladdarno, di quando per esempio il Bambi si fece crescere i baffi perché sosteneva che gli davano un’aria più adulta e allo stesso tempo scanzonata, ma soprattutto perché riusciva a fare prezzi migliori sui grossi carichi di bamba. Poi devo delle spiegazioni perché potrebbe sembrare che sia un po’ assente dal blog, invece vi seguo con la speranza che andiate in pizzeria. E vi abbraccio.

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