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sabato 2 marzo 2019

La gente che corre con le cuffie grandi


Non posso impedire di criticare la mia visione del calcio. Posso però fregarmene. Tanto da chiedermi se è nato prima il proprio allenatore da criticare o l’allenatore avversario da elogiare. E quelli che fino a oggi ho scambiato per concorrenti scappati da un telequiz solo perché correvano con le cuffie grandi, in realtà sono solo persone che fanno sport con una cuffia che è lì a cercare di dimostrare l’ovvio. Ma io l’ovvio non lo contemplo. Ho invece il sospetto che il tifoso Viola medio tenda a dare consigli tecnici al proprio allenatore, e quindi risultare più preparato, per dare un motivo ai posteri di affiggere una targa di marmo in cui indicare di aver vissuto a casa propria. E per questo ce l’ho con i miei genitori che se mi avessero fatto più ceppicone oggi potrei essere l’allenatore della Fiorentina. Il rapporto tra il mio non riuscire a contemplare l’ovvio, e chi corre con le cuffie grandi l’ha descritto bene Lucio Dalla nel passaggio “Saranno forse i troppo furbi. E i cretini di ogni età”. In più se volete fare del gossip tra una disamina e l’altra, sappiate che non sono nemmeno uno che dura due ore. Se proprio devo aspettare così tanto per godere metto su il ragù a fuoco lento. Non solo, sono stato persino fortunato a trovare una donna che ama le piccole cose della vita. E quando si parla di tutto quello che sa il tifoso Viola sulle cose da fare per far giocare meglio la propria squadra, limitata invece da allenatori non all’altezza della sua storia, mi si stringe il cuore a sapere che a Firenze si conosce sempre la verità, soprattutto quando non ci piace. Va bene Spalletti che perde a Cagliari malgrado Ranocchia centravanti, ma i cani allora non sono solo in panchina, li ho visti anche sulla ciclabile. A me capita spesso che quando entro in un negozio mi tornano in mente frasi tipo “si comprano bidoni e si vendono campioni”, così inizio a ridere e la gente mi piglia per grullo. In fin dei conti la felicità ha sempre fatto un po’ paura.

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