Non accontentiamoci di prendere atto dello zero nella casella trofei vinti dai Della Valle, dobbiamo puntare a realizzare che le risate registrate di Paperissima appartengono a gente morta da dieci anni. Comunque parlare di mercato qua sul blog mi dà lo stesso piacere perverso di quando facevo ascoltare i Genesis alla nonna Zaira. La nostra storia di tifosi è sempre stata una lotta tra la realtà frustrante del bacino d’utenza, e la voglia di essere protagonisti ancora di un nuovo Rinascimento. Un po’ come la sottile differenza che c’è tra la terza gamba e il ventunesimo dito. Di bello c’è che almeno le partite dell’Europeo servono a farti cambiare idea sul calcio, ti aiutano ad essere meno prevenuti, e dopo aver visto le tifose albanesi sugli spalti, ora ci provo con tutte quelle che chiamano a casa. Kalinic in gol di tacco (esterno?) e la Spagna lunedì agli ottavi sono i risultati di ieri. Poi posso anche essere d’accordo con quelli che l’ultima Coppa Italia s’è vinta con Cecchi Gori, che non abbiamo uno sponsor sulla maglia, o che i panda sono in via d’estinzione come le bandiere nel calcio. Ma non vedo nessuno striscione del Marasma sul fatto che il chinotto è sempre più difficile da trovare. Se non siete preoccupati è perché siete dei tifosi scontati, gente da spuma bionda, capaci di dire solo che non si vincerà mai niente, tifosi dal pensiero ricorrente, al massimo da aranciata, come quando vedete due anziani mano nella mano e pensate subito alla bellezza dell’amore che dura una vita. Poi invece si sono rimorchiati da cinque minuti. A questo punto mi interessa di più che arrivi il caldo che non il primo acquisto, in modo che le donne possano mostrare finalmente le poppe. Che arrivi l’estate per scacciare dalla mente l’assenza dall’ultima vittoria ormai conquistata quasi 20 anni fa, piuttosto, che fino a 20 anni fa nessuno sapeva cosa fosse il glutine e adesso siam rimasti in 12 a poter mangiare la carbonara. E come se non bastasse, dopo le amministrative sento puzza di 80 euro in arrivo, altro che difensore. Ieri a pranzo, un panino col lampredotto al volo, e poi non c’ho visto più dalla fame.
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