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domenica 26 giugno 2016

Guerra fredda malgrado il caldo


Altro che Chiantishire, dovremo considerare extracomunitario anche Sting. In questi giorni colgo dello scoramento non solo nella City per il probabile esodo dei banchieri, piuttosto quello legato al ristagno di mercato, non abbattetevi, anzi, a volte non resta che reagire sperando a raffica. E se non avete fiducia di Corvino, finché al mondo ci sarà anche solo un Testimone di Geova, le industrie dei citofoni e dei borselli da uomo avranno un futuro di prosperità. Quindi su con la vita anche se la Croazia di Badelj e Kalinic è stata eliminata dal Portogallo. Il problema semmai è l’arrivo dell’alta pressione che crea allarme tra chi produce la liquirizia. Intanto io e Tommaso, sulla scia della Brexit abbiamo fatto un referendum per far uscire il minestrone caldo dalle cene estive della Rita. Da quando hanno fatto chiudere il centro massaggi dove il Bambi andava a farsi curare la schiena, è lì che cerca disperatamente di recuperare certi rapporti con le ex attraverso i social, e fa delle figure di merda che metà bastano. Ieri in preda a determinate carenze affettive, mi ha raccontato di aver scritto un messaggio ad una con la quale è uscito per un periodo (attirato dalla sua nuova immagine del profilo). Il problema è che non gli ha scritto solo che sentiva la sua mancanza, ma che gli mancavano pure i suoi pompini. Quando poi lei gli ha fatto presente di non aver mai fatto pompini, allora per uscire in qualche modo da una situazione di evidente imbarazzo, gli ha ribadito di sentire la sua mancanza e quella dei pompini più in generale. Se poi credete che per non pensare allo stallo di mercato, invogliati dal caldo torrido, la cosa migliore sia quella di andare al mare, vi faccio presente che ogni giorno un dirigente Anas si sveglia, guarda il meteo e la viabilità, e se ci sono 40° e molto traffico bloccherà una corsia per lavori. Parlavamo dello stallo, dell’inerzia, del ristagno di mercato che provoca circospezione diffusa, vi vedo che siete intenti a fare finta di nulla, ma prontissimi a sferrare il primo attacco della stagione alla società nel caso di un’operazione di mercato non del tutto condivisa. La situazione potrebbe somigliare a quando nel vassoio rimane l'ultimo bignè di Giorgio e si instaura un clima diplomatico da guerra fredda su chi deve prenderlo.

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