Lo so qual è la paura di molti, quella di “Chi troppo vuole nulla stringe”, campionato e coppa non si possono reggere. Ma c’è anche una cosa peggiore di andare a pesca e non prendere niente: andarci ed incontrare i Marò. Non vorrei restrizioni quindi, specie dopo che il Papa ha dichiarato che un credente non può parlare di povertà e vivere come un faraone. Perché è stato proprio da quel momento lì che nessuno parlò mai più di povertà. Vogliamo farlo noi? Chissà se Bertone reciterà un attico di dolore? Lui è un ministro di Dio con il portafoglio, l’equivalente cioè di Cognigni da noi, anche se a me ricorda più quello che ha disegnato la Fiat Dino Coupé con motore Ferrari. Il Bambi ancora ferito dalla recente conclusione della sua storia d’amore, invece di scappare nella solita Legione Straniera, parlando dell’attico fuggente del cardinale, mi ha confessato che vista la sua esperienza con armi, sigarette, petrolio e pornografia, avrebbe mandato il curriculum in Vaticano. Gli ho detto di andare pure dove voleva, ma di sapere che siamo forti e che non ci possiamo nascondere dietro un dito, a meno che non si abbiano le mani di Gianni Morandi. Quello che voglio evitarvi è di guardare il film della vostra vita e andarvene via alla fine del primo tempo. La cosa buona di questo periodo ricco d’impegni è il fatto che almeno si è allentata un po’ la tensione sul povero Cognigni, mentre possiamo sempre continuare a puntare il dito contro il comodino. Tutte le mattine. E poi i lati negativi nell’affrontare due competizioni non potrebbero essere come mangio la carne rossa con il salame, che magari due cose cancerogene si annullano? E poi il trucco sta tutto nella logistica, se uno è convinto di avere la rosa corta, e che affrontare più competizioni porta solo ad un aumento del rischio di compromettere entrambi gli obiettivi, per fare meno fatica il consiglio è quello di mettere sempre la padella accanto alla brace. E poi Bertone è furbo perché se Dio manderà un nuovo Diluvio universale, lui con l’attico se ne frega del dissesto idrogeologico. Alla fine il processo che dobbiamo portare a termine è quello di prendere coscienza della nostra reale forza, che ci permetterà così di vivere sempre nella maniera giusta il momento della squadra. Senza privarci di nessuna emozione. L'immagine di copertina dimostra quanto sia piacevole tenere il piede in due scarpe. Lo stesso processo che ho compiuto io con voi, che prima vi consideravo dei perfetti sconosciuti, ma ora che invece interagiamo, posso affermare che non siete perfetti manco per il ca...volo!.
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