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giovedì 7 settembre 2023

L'autunno del bicchiere mezzo pieno


Dopo la cessione di Sabiri con zero gare ufficiali disputate ci rimane solo una certezza, quella del tintinnio delle tazzine al bar. E menomale poi che la mia seconda professione è lo sdrammaturgo, a tal punto che se ripenso alle due finali perse mi sembra di essermi immaginato tutto. Fra i chiari sintomi della recessione economica non c’è solo la necessità di ridurre il monte ingaggi, ma anche la presenza delle taglie piccole ai saldi. E se non riusciamo a ricreare un certo interesse della proprietà anche in ambito sportivo, che almeno ci ridiano il tenente Colombo la domenica sera. Sarà che sto guardando la serie Vikings, che per battere quella vecchia merda del Gasp ho deciso come sacrificio agli Dei del pallone di buttare via il vetro. Per non parlare del fatto che non voglio le ferie ma la pensione. Mentre a chi mi dice che le cose buone fanno male, e non voglio usare il paradosso francese, dico che fanno sempre meno male delle batoste a San Siro. Dite sempre degli esterni a piede invertito, di un centrocampo senza muscoli, dei due portieri che non ne fanno uno, senza tenere conto che le attuali conoscenze classificano i disturbi della personalità all’interno di 10 diverse categorie, per dire di quanto sia limitata la nostra conoscenza dell’universo…calcio. Del resto Firenze nel calcio è come il cinema italiano, marginale, prendi il Festival di Venezia che parla dell’ennesima storia di tormenti familiari a Roma nord. C’è un messaggio positivo? Una speranza? Si, c’è. Ed è proprio da quel bicchiere mezzo pieno che posso affermare con certezza che in autunno non c’è solo l’aumento delle bollette, libri scolastici e benzina, no, scendono, sdraio, ombrelloni e infradito. Lo sdrammaturgo che è in me chiude e poi va a Barlassina facendo un quadro iperrealista sulla nostra condizione di tifosi Viola: nel mondo c’è Massimo Ranieri, il Principe Ranieri, ma a noi son toccati i crampi di Ranieri.

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