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venerdì 6 marzo 2020

Quando il problema era solo Pioli


Che poi con le scuole chiuse ti ritrovi nelle sale d’attesa dei pronto soccorso con i nonni che oltre alle cartelle cliniche si portano dietro anche quei nipoti che la famiglia non sa più dove mettere. Adesso non ricordo cosa ci avesse preannunciato l’oroscopo del 2020, ma forse solo Paolo Fox aveva indicato un certo appannamento della forma fisica tra febbraio e marzo, che è facile ricondurre al Coronavirus. Pur vincendo a Udine ve lo dico adesso che non potrò dichiararmi positivo per paura che mi mettano in quarantena. Diciamo che alla fine non ci rispondono più nemmeno da Houston, e lo capisce anche un ceppicone che ormai girano solo quelli con la partita IVA. Viviamo tra la consapevolezza del perché in Germania ci siano così pochi contagi, e l’angoscia esistenziale di chi si chiede se il destino si fosse lavato le mani. Oggi Sciascia direbbe quarantena, quaresima e quaquaraquà. Chiusa la piscina la tristezza ha preso il sopravvento, e così mi sono messo a pensare quando i problemi erano Pioli e le penne lisce. Alla fine moriremo di Coronavirus, non più solo senza scudetto ma anche con i figli ignoranti. Rocco invece di cercare ricavi dallo stadio dovrebbe pensare di creare un business legato alla disdetta delle prenotazioni. Adesso che ci siete arrivati anche voi capirete perché ho cominciato a stappare tutte queste bottiglie di Nerello Mascalese. O forse ha davvero ragione il Bambi che sostiene che tutto questo è solo una normale pestilenza che non può privarti della magnifica vista che ti regalano certe terrazze. Che ci confermassero almeno che Pasqua è ad aprile, perché potremmo anche non riuscire più a toccare nemmeno il fondo per quella storia della distanza di un metro.


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