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lunedì 23 marzo 2020

Senza cani


Bei tempi quando c’era ancora Montella, e neanche una maratona di Mentana, oggi che non sapendo di farci un augurio la speranza ci condanna alla vita. Ero convinto che come evento storico bastassero le torri gemelle. Sono in crisi perché in uno dei miei viaggi con la fantasia ho starnutito e mi hanno messo in quarantena pure nell’immaginario. Il brutto è che quando il sistema si ferma la natura ritorna a vivere, mentre le giornate fanno fatica ad arrivare a fine mese. Con l’audience che Conte raggiunge durante le sue dirette, in molti già lo chiamano Carlo. Nel frattempo che il picco passa guardo i vini migliori e penso se non sarebbe il caso di berli. Salvini chiede di riaprire il Parlamento, io le piscine, il Bambi dal nervoso si mangia le mani senza potersele mettere in bocca. Poi ogni volta che si avvicina una conferenza di Conte mi torna in mente mia mamma quando mi diceva “vieni che non ti faccio niente”.  Tra le tante preoccupazioni ci metto anche quella che si possa rompere la lavastoviglie. Non so se sia fuori luogo buttarla sull’ironia, penso però che ognuno esorcizza come può. Tra le cose importanti che sto pensando di fare ce n’è una abbastanza grave ma necessaria, pianificata in ogni piccolo dettaglio, tra poco io e il Bambi scenderemo in strada contravvenendo a tutte le disposizioni, senza cani, e per proteggere Diladdarno faremo le barricate. Chiuderemo i ponti.

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