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lunedì 16 marzo 2020

Film in costume del 2014


Guardando il cielo di ieri sembrava impossibile che quaggiù si fosse rotto qualcosa, mentre le giornate sono scandite dall’apertura e dalla chiusura delle persiane. C’è chi da i diuretici ai cani e chi continua fare le previsioni del tempo. Il mio timore, quando tornerà ad esserci di nuovo la possibilità, è quello di non sapere se saremo ancora capaci di farci abbracciare. E gli alberi in fiore sembrano fregarsene della nostra tragedia. Il vantaggio è invece quello di non vedere il brutto spettacolo della Fiorentina di Beppe. Ieri sono stato quasi sempre in terrazza, un bello sfogo, ma il Bambi pensa ancora oltre, mi ha detto che la prossima pandemia non lo coglierà più di sorpresa, ha già deciso che la trascorrerà in un casa col giardino. Intanto il boom delle video chiamate non ci permette di rilassarci un attimo, sono lontani insomma i tempi della tuta e dello stravaccamento. Guardare un film ambientato nel 2014, con persone che si baciano, risse, feste, mi è sembrato un film in costume di quelli ambientati in un passato lontano. Ci sono coppie tra i nostri amici, in particolar modo mi riferisco al Pizzichi e alla Cristina, in cui lei gli parla mentre fino a 15 giorni fa pensava fosse muto. Di questo periodo duro, crudo, ricorderemo comunque l’aria pulita, il silenzio, la meraviglia del cielo blu. Una cosa che invece non sembra essere cambiata, immutabile nel tempo, e lo testimoniano ai vari inviati delle tv molti di coloro che portano fuori il cane, nel deserto delle città continua ad essere sempre presente quello che chiede una sigaretta.

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