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lunedì 3 febbraio 2020

L'arbitro palindromo


All’arbitro Pasqua mancano i rigori dell’inverno e allora compensa. Come un palombaro. Più baro a dire il vero. Il centrocampo senza fosforo fa il resto. Menomale che inizia Sanremo così potremo parlare di altro. Avevo preventivamente indicato la strada; esprimere il nostro amore per la maglia mangiando e bevendo. Considerate che ho aperto il blog un giorno che avevo finito il vino. E se ci pensate ci sono canzoni che conoscono personalmente la nostra storia. Per Pasqua mi viene in mente “L’inno del corpo sciolto”. Certo non saremo inglesi ma ora Nedved ci ha rovinato anche l’ora del tè. Ieri è stata una giornata palindroma, cosa che mi ha fatto pensare all’arbitro nel senso se anche uno con la faccia come il culo può essere definito palindromo. Commisso non parla bene l’italiano (ok?)così le sue parole sono sembrate eccessive, ma lui voleva solo dire perché non hanno messo quelli dello Spallanzani al VAR. Per cancellare le tracce del lavoro sporco di Pasqua adesso però ci vorrebbe la neve. Diciamo che è stata proprio una gran giornata, non quella di ieri, ma una volta, anni fa, fu proprio una gran giornata. Rocco un po’ mi ha fatto pensare a quelli che fanno la corte a donne geograficamente molto distanti, disposti a fare 7/800 km per una trombata? Non parlo della partita grazie all’Etna Rosso di Benanti che vi consiglio vivamente, non solo per superare episodi come quelli di ieri, ma anche per superare il terrore per le parole palindrome e così evitare di prendere lo Xanax.

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