.

.

martedì 25 giugno 2019

La linea di passaggio


Ieri ho notato come Bollini sostenga l’approvvigionamento emotivo per conto terzi, quindi se oggi non allena è perché fa il fasonista. Noi che non siamo trasportati emotivamente dal commentatore di turno ci scambiamo sguardi di fratellanza come quando nei musei evitiamo di farci il selfie davanti a un’opera d’arte. Sguardi di fratellanza tra sconosciuti come succede nelle grandi sciagure collettive. Spaghetti pomodoro e basilico, invece, come risposta a quasi tutto. Anche all’utilizzo di fasonisti nella lavorazione di un giudizio. Il prossimo obiettivo per il mio equilibrio psicofisico sarà dare più spazio alle cose leggere, togliendone alla pericolosità dei giudizi definitivi. Perché poi il destino cinico e baro potrebbe costringermi a bere solo caffè HAG(I). Così in tramvia mi sono lasciato trasportare dal racconto di un anziano in canottiera che al telefono raccontava al carrozziere di fiducia il fenomeno di chi scappa dopo aver urtato una macchina parcheggiata. Secondo quel brav'uomo sono uno su sei, e la cosa stupefacente, sempre secondo lui, è che alla fine è la stessa percentuale degli automobilisti che hanno la mamma maiala. A quel punto mi sarebbe piaciuto conoscere anche la percentuale di t-shirt incontaminate intorno a me. Pure il Bambi per certi versi è tra le cose leggere da seguire, lui quando per esempio c’è da metabolizzare una disfatta come quella dei Bianchi in finale preferisce essere dimenticato senza che si conosca il suo nome. Secondo lui rende la cosa meno grave. Si, voglio fare tesoro della saggezza popolare e ritrovarmi in mezzo a prospettive favorevoli. Voglio dire menomale che d’estate ogni pausa è buona per sollevare le gambe. Per godere di cosce e mutandine anche d’Oltreoceano basta essere nella traiettoria giusta come quei giocatori che coprono la linea di passaggio.

Nessun commento:

Posta un commento