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lunedì 26 settembre 2016

Squadra allungata come certe promesse


Tolte le vittorie scontate del sabato di Juve e Napoli, la domenica ci regala un campionato imprevedibile. La Roma perde secco col Toro, l’Inter non va oltre il pari casalingo con il Bologna, il Genoa finisce in 9 contro il Pescara che usufruisce del doppio vantaggio per la seconda partita consecutiva. Ranocchia gioca una bella partita e Ilicic sbaglia il suo primo rigore in serie A. Domenica imprevedibile, insomma, come la mamma che poteva scegliere la destra o la sinistra mentre l’aiutavamo a piegare le lenzuola. Sgomento soprattutto a Roma, e non solo dopo la notizia sulla Marini che abita nel palazzetto in cui visse Byron, ma per quelli che credevano Spalletti un Dio, si dovranno accontentare di pronunciare “corpo di Cristo” ogni volta che mangiano una galletta di riso. Comunque è sempre meglio seguire una squadra che perde, invece di passare la domenica a mettere a posto il cassetto dei medicinali o riordinare le bollette. Lo zero a zero di Firenze alla fine non accontenta nessuno, entrambe recriminano. Nove arbitri su dieci lo danno quel rigore su Adriano (anche se era fuori area). Coraggioso al limite dello sciagurato Sousa che va vicino al suicidio con l’abbassamento di Sanchez al posto di Gonzalo, la sostituzione di Badelj e l’inserimento di Tello e Baba. La squadra finisce per allungarsi come certe false promesse per mail circa il nostro pene. Certo che il rigore di Ilicic poteva cambiare la partita, ma la squadra continua comunque a fare una fatica enorme a creare occasioni da rete. Tutto sempre troppo orizzontale e manca sostanzialmente quella cattiveria nel cercare la porta che vedo invece in certe donne perfide che chiedono alle quarantenni in fase adolescenziale se vogliono il loro posto sull’autobus. Mentre già alla seconda uscita ci possiamo sbilanciare su Salcedo (pulito e cazzuto) che sembra un altro acquisto indovinato dal Corvo dopo Sanchez. Terza partita casalinga senza subire gol, la nota positiva, il dramma della domenica è invece la bocciatura del povero Kondogbia, un caso umano come quelli che andavano a suonare a “La Corrida” facendo le scoregge con le ascelle. Il Bambi infine, dopo l’ultimo Daspo durante il quale aveva ben chiaro dove andare a firmare prima e dopo la partita, esce fuori da questo pareggio, abbastanza disorientato. La donna con cui esce in questo periodo, dice che d’ora in poi quando c’è una partita uscirà con le sue amiche. Quello che il Bambi non ha capito è dove deve firmare.

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