Nel primo tempo molle della Fiorentina c’è solo il bellissimo gol di Baba in comproprietà con Tello (unico spunto) che ha solo il difetto di ricordare troppo quello di Bettega. Un lampo. Poi è un disastro assoluto al rallentatore. Impazzirà chi ancora non ha deciso la tipologia di materasso grazie alla Viola (a) molle del primo tempo che allo stesso tempo riesce però a farci venire il lattice alle ginocchia. E confuso è sembrato questa volta soprattutto Sousa a inserire giustappunto il confuso (anche se ha il merito di calciare bene il rigore). L’Udinese merita e il suo secondo vantaggio è un clamoroso errore di sufficienza difensiva su un calcio d’angolo regalato sciaguratamente con un uomo a terra contro due dei nostri in delegazione al cimitero di Longarone. Meglio il secondo tempo anche se resta incomprensibile come Sousa abbia cercato in tutti i modi l’espulsione di Milic non pensando a una sua sostituzione, graziato più volte da Mazzoleni. Dei cambi risultano impalpabili Kalinic e Cristoforo. Alla fine un punto ci può stare, di positivo ci prendiamo il recupero di Babacar e la vivacità di Chiesa che con il senno di poi avrebbe dovuto giocare dall’inizio. La squadra è parsa invece sottotono, si è visto poco movimento, la manovra lenta e prevedibile. Faccio fatica a riconoscere la mano di Sousa, io che non ho mai avuto difficoltà con le somiglianze. La più grande troia di San Frediano, per esempio, la riconoscevo perché dava sempre la precedenza a chi veniva da dietro. E quando ti toccava faceva ingelosire persino la Dea Kali. Alla fine bene Tata, Badelj nel secondo tempo, Sanchez, Baba e Chiesa. Di buono teniamoci la capacità della squadra di rimontare due volte. Udinese più brillante. Rimane comunque una prestazione deludente, e il modo di sbandare del primo tempo mi ha ricordato quelli che ti camminano davanti sul marciapiede e ti tagliano la squadra quando tenti di superarli. A Sousa il compito di trovare i giusti contrappesi per affrontare senza scarti laterali improvvisi la prossima partita contro il Milan. Insomma un pareggio che non accontenta nessuno, i tifosi del bicchiere mezzo pieno che avrebbero voluto vedere almeno la voglia di vincere, e quelli del bicchiere mezzo vuoto che per colpa della doppia rimonta non possono nemmeno incazzarsi come vorrebbero. Pareggio che lascia nella terra di nessuno anche l’antidellavalliano più convinto, se pur con qualche vantaggio su quello del bicchiere mezzo vuoto. Essere costretto a una vita di merda, quella cioè di chi vive nella speranza di perdere, una volta all’inferno potrebbe essere compensata con una riduzione di pena.
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