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martedì 20 settembre 2016

"La fantasia è un posto dove ci piove dentro"



Purtroppo il conflitto di interessi non tende ad arrestare la sua emorragia. E’ così che l’antidellavalliano usa cotone emostatico sull’umore sanguinante dopo una vittoria. Lo riconosci subito se poni particolare attenzione all’utilizzo che fa delle parentesi dopo un trionfo. Prendi la Nicoletta che va in Fiesole, bianca come un cadavere, ieri mentre tutti gli altri tifosi cavalcavano ancora l’onda lunga della vittoria l’ho vista affranta, e allora gli ho chiesto “cosa ti manca?”. Era lì con la Gazzetta sulla pagina della Fiorentina, sguardo spento, globuli rossi al minimo storico, mi ha risposto: “(i balli lenti, i complimenti sinceri che fanno arrossire, qualcuno con cui saltare le pozzanghere e il mare) Niente”. E il suo problema è proprio che si tiene tutto dentro (le parentesi), non scrive mai nemmeno sugli striscioni, e io so che è così non perché me l’abbia mai confessato, l’ha raccontato il suo ragazzo dopo averle visto le Marche in fiamme tatuate nell’interno coscia. E poi tutte queste cose tenute dentro alla fine gli sono finite nel culo, altro che dare la colpa alla ritenzione idrica. Quando invece dentro bisognerebbe essere belli e possibilmente anche sfoderabili, e lo dico ricordando che il 19 settembre del ‘85 moriva Italo Calvino che a proposito d’interni diceva: “la fantasia è un posto dove ci piove dentro”. E invece mi tocca vedere calciatori esultare con rabbia dopo un gol e mi chiedo se ce l’abbiano con il mondo perché non sanno come spendere i loro soldi. Insomma, tifosi che non gioiscono delle vittorie e giocatori che tirano fuori rabbia invece della felicità, mentre certe  housewives fanno esplodere le pentole a pressione per attirare attenzione, ma non vengono considerate nemmeno dalla CIA. Per tutti coloro che non gioiscono quando dovrebbero, che un po’ è anche colpa di certe mamme che dopo aver gridato “è prontooo” hanno fatto trovare nel piatto la Simmenthal, ci sarebbe un antidoto a tutta ‘sta sofferenza. Se il ritornello che li tormenta da quando erano bambini, è “devi mangiare la frutta”, ma nessuno gliel’ha mai sbucciata, basta ripiegare sulla torta di mele.

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