Totti quaranta, Jovanotti cinquanta, la sorella bona del Bambi venti (qui alla Mazzanta). Kalinic ha comunque ancora dodici anni per arrivare a quota duecentocinquanta. Domani Berlusconi ne farà ottanta. Numeri che dimostrano quante cose si possono fare; come segnare valanghe di gol, cantare serenate metropolitane, salvare la nipote di Mubarak dai gorghi fangosi della politica, se però non trasmettessero tutte ‘ste partite in tv da guardare. Si parte con l’anticipo di campionato che attraversa il fine settimana fino al posticipo, poi giù per la Champion fino all’Europa League. Nel frattempo ho misurato il mio QI che è centotrenta, ma si sa che dopo mangiato è un po’ più alto e allora ho preso la pasticchina. Tutto questo ci distrae, oltre a dover studiare le espressioni del calciatore sostituito che prende a pedate la bottiglietta d’acqua, per tenere la contabilità di tutti questi numeri, più classificare le varianti del tre-cinque-due-uno, non ci accorgiamo nemmeno del sorriso della moglie al fornaio. A niente ci sono servite le scappatelle della moglie di Fantozzi. E secondo una logica tutta pirandelliana questo editoriale non esiste, oppure l’hanno letto in centomila. Poi il referendum di ottobre lo si fa il quattro dicembre perché è Santa Barbara e torna meglio con chi è abituato a spararle grosse. E mentre Totti compie quarant’anni, Brad e Angiolina si lasciano, il Bambi va ancora in giro con una Panda del novantatre. Tutti questi numeri per ribadire il concetto che la matematica non è un'opinione, e quindi difendermi dai sospetti della Rita che sostiene che bevo troppo e per questo dico tutto e il suo contrario. Quando invece sono mesi che non vado in acetone.
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