presidio Diladdarno Slow Tifood, lampredotto e Fiorentina
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sabato 4 agosto 2012
Pezzo di merda
La
carriera della Bice trova forse il suo momento più alto immortalando il
preciso istante nel quale l’esponente massimo del vuturismo riceve la
notizia dell’ufficialità dell’acquisto di Aquilani, una foto verità
quella di copertina, che racconta con l’obiettivo neutro del
neorealismo, senza quei filtri che lo stesso movimento tende a rimuovere
solo verso le cinque dopo averli tenuti a mollo in acqua bollente tanto
per inzupparci due biscottini secchi, dicevamo di una foto che mostra
la felicità di un viso finalmente disteso, di una tensione stemperata
dalla consapevolezza di aver combattuto una battaglia giusta contro la
proprietà. E solo una grandissima Bice poteva fermare quell’attimo in
cui il sereno vuturismo viene esaltato dalla smorfia di soddisfazione
per una campagna acquisti che è nata proprio dalle viscere di quel
movimento, solo apparentemente viscido, e soprattutto dopo la famosa
richiesta di un confronto, solo apparentemente rifiutato dalla
proprietà, ma invece portato avanti in gran segreto e fatica. Oggi anche
Olindo Romano e Rosa Bazzi, che sono diventati nel frattempo i
rappresentanti del vuturismo penitenziario, durante l’ora d’aria e
mentre distribuiscono alla popolazione carceraria il giornalino del
movimento, scambiati per testimoni di Geova, vogliono raccontarci come
tutto questo sia stato possibile solo grazie all’ideatore del movimento, e al
suo duro faccia a faccia che ha convinto i marchigiani a spendere, e la
smorfia su quel viso non nasce solo per la consapevolezza dell’esito di
quel confronto nel quale si è riusciti a convincere i braccini a fare
una bella squadra, ma soprattutto orientandoli a dividere otto milioni
di utili con i propri dipendenti, e siccome ci si è voluti rovinare con i
soldi degli altri, anche intimando ai ciabattini di aggiungerci la
ciliegina del bonus per i libri scolastici, che un po’ è stata imposta
per ricordare il ciliegismo del mai troppo rimpianto Cecchi Gori. Con un
comunicato, poi, la segreteria del movimento ha voluto precisare che
certi termini nei confronti della proprietà sono stati usati solo in
modo confidenziale e non offensivo come qualche rosicone ha voluto far
credere, perché a Firenze esiste un certo intercalare, modi di dire che
possono sembrare anche offensivi ma che in realtà sono solo dei
diminutivi affettuosi, come quando si dice “andiamo a prendere un
caffeino” non è che si vuole insultare il caffè, e quindi anche
“ciabattino” è usato con lo stesso bonario principio, come del resto
“pezzo di merda” che vuole sottolineare l’aspetto più naturale della
persona, nella direzione di una sensibilizzazione verso il km zero e
quindi esaltando l’uso di complimenti biologici. Questo è il vuturismo
in cui Firenze ha sempre creduto, bluffando di certe smanie a dorso di
cammello, di quella voglia di sceicchi o di venditori di kebab che sono
serviti solo a stimolare la proprietà ingelosendola, e mentre la Bice
trasformava in immagine i tratti distesi di quella felicità, preso atto
dell’ennesimo colpo di mercato e svanita la smorfia di soddisfazione,
l’esponente massimo si svelava definitivamente in tutta la sua fierezza,
e questa volta la Bice, maestra dello scatto cotto e mangiato, per
rendergli merito lo ritraeva a figura intera come si può vedere nella
seconda foto di copertina, con il cappio della felicità già pronto, che
mostra tutta la sua levatura morale, ed esaltandone soprattutto la
statura intellettuale.