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domenica 26 agosto 2012

Fiocco Viola

Fiocco Viola al Franchi, con tanto di possesso palla davanti a un avversario piegato dalla geometrica intelligenza della manovra, e davanti alla sala parto in attesa di sentire gol e vagiti, i primi, da non confondersi con i piagnistei di Guidolin. Esordio in massa di tutti i nuovi che hanno districato la matassa di una partita non certo facile, diventata molto difficile dopo lo svantaggio, una squadra che però non si è mai persa d’animo lasciando buone tracce di carattere sul terreno di gioco, tanto gioco, e perché no anche confessando di avere sane ambizioni, dall’alto della rocciosa Roncaglia cinese eretta a difesa di un sogno che non deve avere fretta, con Gonzalo che bagna l’esordio da reduce navigato, un atteggiamento che svaria tra il veterano con saggio senso dell’anticipo e la buona propensione a far ripartire l’azione, qualità che dimostrano quanto abbia avuto senso il suo acquisto. Pizzarro è il vero giocatore farro della squadra capace di legare gioco, già ingrediente base della manovra, farro ma anche faro che aiuta i naviganti del centrocampo e che se la intende quindi anche con octopus Valero, un bulimico della pedata che ingurgita palloni dal frigo, una quantità di giocate a tre cifre che conserva con cura e con una percentuale d’errore vicino allo zero termico. Viviano inoperoso anche se è stato graziato da Muriel che lo avrebbe potuto uccellare in mezzo al guado di un’uscita rimasta a mezzo, ma con nostro gaudio, Cuadrado che potrebbe diventare straripante come l’Arno nel 66 quando avrà raggiunto la giusta condizione, così come Cassani potrebbe diventare una riserva 2012. El Ham è invece un incantatore di difensori serpenti che ci ha servito uno spritz delle sue qualità, con l’aggiunta di abbondante ghiaccio che ci è sceso lungo la schiena dopo aver gettato al vento quello che avrebbe dovuto essere il vantaggio, e quello che immaginiamo già un modo di intendere calcio che non prevede la presenza dei compagni di squadra. E poi Aquilani preciso con il lancio come Barnard lo era con il bisturi, capace di incidere il campo e la partita in due come una mela, con un taglio chirurgico a favore del match winner, che le mele le ha aperte invece al povero Guidolin, JoJo appunto, che come dice Montella evidentemente parla solo con i fatti. E Montella infine già capace di presentare una squadra che risponde presente all’appello del primo giorno di scuola, che piace anche nei cambi, come ci è piaciuto il pubblico tornato ad essere protagonista in positivo, come è piaciuto a tratti nella ripresa il sapore inconfondibile della paella blaugrana, e se il problema sarà quello di trovare l’affiatamento, a me è sembrato un problema facilmente superabile visto come la squadra si è già riconosciuta abbastanza grazie al linguaggio universale dei piedi buoni. Oggi allora ci godiamo questo fiocco Viola, dopo che dalla sala parto della società, e grazie alle spinte del suo primario giocatore è nata davvero una gran bella squadra.