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venerdì 3 agosto 2012

Dove osano gli Aquilani

Il pessimismo è rimasto a caracollare epurato anche lui insieme a Vargas, e l’aria di Moena è sembrata satura d’Idrolitina, pensieri subito più effervescenti e così carichi d’entusiasmo da sembrare addirittura gasati. Facce e speranze nuove di un ambiente che sembra finalmente aver elaborato il lutto, e come per incanto gli atteggiamenti si ribaltano come a voler fare all’amore con la passione, su quello stesso sedile sul quale fino a qualche settimana c’era chi si faceva solo delle gran seghe mentali. Questa fioritura di bouganviole incornicia così una rifiorentina che pesca a piena mani in tutti i rivoli del calcio, tra spagnoli, argentini, marocchini, cileni, egiziani, colombiani, con il valore aggiunto di un napoletano messo a guidare l’ufficio immigrazione, che alla fine è anche un magnifico spot della Lega Calcio contro il rito dell’ampolla sul Monviso, della Lega Nord. Ed è proprio su questo grande tema dell’integrazione di culture diverse all’interno dello spogliatoio, e nei rapporti con l’indotto dei media che incrocia i dialetti di un mondo diventato villaggio globale, che la Bice affonda il suo giornalismo ficcante, ripartendo con interviste veloci per sorprendere quel giornalismo sportivo che è invece ancora un po’ troppo provinciale e statico, e come al solito gioca le sue carte interpretando il suo ruolo come una missione e non come un lavoro, e così nella prima foto ci mostra i risultati di un’integrazione riuscita, un perfetto lavoro di squadra che in questo caso evidenzia la qualità di un articolo sull’operazione El Hamdaoui, scritto a quattro mani con la collega di Amsterdam. E da professionista seria qual’è, ha voluto affrontare anche quelle che sono invece le difficoltà che si riscontrano quando l’integrazione risulta difficile, e la seconda foto ne è un esempio che ne evidenzia gli sforzi, anche se sembrerà strano che ad avere avuto più difficoltà sia proprio quel Montella ritenuto dai più, scaltro e furbo. La seconda foto infatti ci mostra tutte le sue difficoltà a concedersi all’intervista della Bice dopo aver affermato di sentirsi nudo di fronte alla profondità delle sue domande, e per questo di pretendere un’ altrettanta nudità, dimostrando quell’umiltà che gli permette di testare dei metodi innovativi anche con la stampa, che poi sono quelli di tastare l’interlocutore, una metodologia nuova che prevede una postura anomala, che ai più può sembrare solo frutto di un’eccentricità partenopea, ma che in realtà consente a Montella di avere la giusta visuale su chi lo sottopone a una fila di domande. Scaltro, furbo oppure disassociato, forse il confine è labile mentre la foto dimostra come sia invece abile a sostenere il contraddittorio e allo stesso tempo a sostenere l’apertura mentale di una sempre più splendida Bice, ci rimane il dubbio se ci fa o ci è, forse potrebbe aiutarci a capire il fatto di averlo visto dirigersi verso le montagne subito dopo aver salutato la Bice, e poi con un certo fare che un po’ ha ricordato anche il grande Totò, ha cercato con successo di vendere a Cerci il Gruppo dolomitico del Catinaccio.