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domenica 2 aprile 2023

Il troppo è come il poco


Vittoria importante, di prestigio, bella. Tutto vero, mentre le rovesciate di Cabral erano tutto un pesce d’aprile. Così il blog può adesso avvicinarsi alla semifinale di Coppa Italia con più serenità, anche se sempre con la spada di Pericle sulla testa. O Perisic, boh! Stamani mi sono svegliato bene, pensando alla vittoria e alla scoperta del vino della Torrazzetta per il pranzo della domenica, ma anche con una nuova ruga d’espressione, un po' troppo volgare però per riportarla, visto che si riferiva ai tiri in porta di Ikoné. Amavo gli esterni d’attacco ma vai a ricordarti perché. Dell’Inter, invece, quel che resta nel forno. E se Inzaghi aveva paura di perderne un’altra a Milano, ora che ha perso ha una paura in meno. Faccia come me che quando ne sento il bisogno, per consolarmi penso che è vero amore, il vino di cui possiedo almeno tre bottiglie. Ora, perdere sempre non va bene, ma neanche vincere tanto così, di seguito, perché può portare a certi atteggiamenti di assuefazione che mi ricordano quando su certe donne, dopo più di venti minuti di sesso, appare il salvaschermo. Siamo tutti contenti e consapevoli che anche un lungo viaggio comincia da un singolo passo e da un caricabatterie lasciato a casa. Troppe vittorie, troppe, mia nonna Zaira mi diceva sempre che il troppo è come il poco, e penso a John Wick se quando si confessa ricorda tutti quelli che ha ammazzato, oppure più sommariamente dice al prete di aver ammazzato qualcuno, e che non si ricorda di preciso il numero. Perché quante ne abbiamo vinte di seguito? Contano anche quelle di coppa? Forse 8? Di sicuro rimarrà indelebile l’immagine di Amrabat che mangia la banana.  

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