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venerdì 3 maggio 2019

La volgarità del vincere



Se Montella non può far niente di più vista la situazione drammatica che ha ereditato, allora Donadoni va portato in trionfo per come ha lasciato la squadra a Mihajlovic. Tanto che non si spiega come mai uno che ha lasciato così bene la squadra a chi lo ha sostituito, di fatto avesse un rendimento così diverso in negativo tanto da essere sostituito. Oppure noi vediamo sconfitte che non esistono, obbrobri di partite come quella contro il Sassuolo che reputiamo tali solo perché non capiamo. E mi viene in mente la musa di Picasso quando lui alla fine le mostrava il ritratto. Cosa ne sappiamo noi del cubismo di cui è pregna la nostra rosa. Per questo bisogna sostenere la ricerca contro il selfie accanto all’opera d’arte. La notizia buona è che tra i lavori usuranti sono stati inseriti i succhi gastrici di noi tifosi Viola dopo il cambio di allenatore, e non di quelli del Bologna. Almeno questa. Per noi il cambio dell’allenatore deve servire intanto a farci sperare che nel futuro il rendimento della squadra sarà migliore. A questo serve l’allenatore, a gestire le nostre speranze nel futuro. Non è che possiamo pretendere improvvisamente, intendo nell’immediato, che delle ragazze vestite da Haudrey Hepburn fischino ai muratori quando passano davanti a un cantiere. Noi che oggi siamo un’insegna luminosa con almeno tre lettere spente. E poi vincere subito è anche un po’ volgare, è come ostentare in pubblico quando si fa sesso. Io non vinco da un pezzo, così come non vengo certo a dirvi quando faccio sesso. Sono riservato. E il fatto che non trombo mi aiuta.

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