.

.

mercoledì 8 maggio 2019

La marcia in più



Stare a Napoli mi ha regalato la marcia in più, è così che ho trovato la formula giusta. Diciamo come quella che servirebbe a Simeone per diventare un centravanti. La formula magica con i call center. Parlando come Caccamo ho cominciato a dirgli che vivo in albergo, non ho utenze, spendo tutto per vivere lì, e così non ho soldi nemmeno per il trading. Da Michele c’è la fila che viene gestita da un persona, ti consegna il numerino e poi ti chiama quando è il tuo turno. Quattro sale, trenta minuti di media di attesa. Non si prenota, un’autentica macchina da guerra. Numeri importanti ma la pizza era cotta poco. Perché anticipare è come fare pressing alto. Con la squadra alla fine esausta come l’olio della peggior friggitoria di Fuorigrotta. Klopp all’andata male ora bene, capirete perché il ruoter si blocca e si scollega. Come quando si dice che Montella non è adatto per subentrare in corsa, ma se è così non basterebbe toglierlo dal freezer un’oretta prima? E anche questa mi è venuta ispirandomi al traffico caotico di Napoli. Infamone intanto il tassista che sul cruscotto ha la statuetta di Padre Pio invece di quella di San Gennaro. Mi sono accorto che Napoli è la versione vocale delle ricette del mio dottore, non si capisce un cazzo di quello che dicono, ma tra di loro si rispondono perché sono tutti farmacisti. Tassista che mi sembra di aver capito, indicandomi il punto dove hanno sparato alla bambina, dirmi che non ci sono più i killer di una volta, oggi c’è bassa manovalanza, mentre noi ci lamentiamo che non ci sono più i negozi storici o le mezze stagioni. Qui a Napoli, a proposito di fantasia e marcia in più, mi è sembrato persino di vedere Emily con l’argento vivo addosso, sembrava sfoggiare un abito nude di Dundas che partiva a rete sulle gambe per intrecciarsi sulle poppe, scoprendo parte del seno e del ventre. Poi trasformava le sue orecchie in ali giganti. Un angelo kitsch, un misto tra Dumbo e lo Spirito Santo a cui tutto il mondo però può solo inginocchiarsi. Come davanti al caffè e alla sfogliatella. Anche se ti bruci un po' le labbra.

Nessun commento:

Posta un commento