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martedì 28 maggio 2019

Il coraggio di cambiare idea da quella giusta a quella sbagliata


C’è chi tra i tifosi Viola sta prendendo in seria considerazione la possibilità di chiedere asilo politico in Portogallo. Non solo perché è la patria di Paulo Sousa, ma anche per i risultati delle Elezioni Europee. Mentre chi dopo aver dichiarato che con un altro allenatore avrebbe potuto lottare per la Champion, oggi può dichiarare addirittura di aver vinto per aver dato il voto alla Lega. Il problema di questo ultimo mese è stato il tempo, quando uno va al campo ad allenarsi con questo tempo invece di andare al mare poi succede che va in astinenza da gol per 534 minuti, strappando così solo due punti in otto partite. Simeone è meteoropàtico non scarso. Ma se ci dormi sopra il sogno di andare in Champion è ancora più bello. I più incazzati rimangono comunque quelli della prova costume, quelli che si sarebbero dovuti preparare e non hanno potuto mettersi a dieta perché questa squadra metteva tristezza ed era necessario abbracciare i carboidrati. Io senza falsa modestia sarei bravissimo a vivere da primo in classifica. Mettetemi alla prova. Tifosi divisi come al solito, come il Bambi che fa parte di quella élite intellettuale che mangia le cotolette a morsi, ed io che pensavo già di essere arrivato alla frutta con Montella. Commisso o non Commisso, Montella o un altro ceppicone, budget, obiettivi, tanti punti interrogativi che hanno portato il Bambi a fare tre colazioni di seguito per dare ascolto alla lezione di tal Lorenzo de’ Medici che gli aveva messo in testa che “di doman non c’è certezza”. A parte noi, che invece siamo sempre più convinti di quello che diciamo, difendiamo quello che abbiamo detto perché non abbiamo pensieri in divenire, ma monoliti giganteschi da spostare. E ci fa fatica. I nostri dolmen ci spingono a posizioni ingessate come se scrivessimo dogmi da una divisione di ortopedia. E sul gesso appuntiamo le nostre verità immutabili nel tempo. E mentre anche il sindaco non cambia, Diladdarno ci sono “mai più” che si trasformano in “ancora una volta”. I “per sempre” diventano “pensiamoci su”. Le condanne ribaltate in appello. Passi in vantaggio ma poi ti rimontano e perdi. La vita è mutevole. La scena muta evitabile. Ci sono le porte girevoli, quelle chiuse che si aprono. Come le case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale. E io, io per primo sono quello che non cambia mai idea perché ancora pensa che gli altri, almeno una volta, abbiano il coraggio di dirti “mi sono sbagliato”; pensavo che tu fossi una fava e invece ti sei dimostrato una grande fava.

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