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giovedì 3 maggio 2018

L'erba verde di maggio



Ieri da Firenze a Bressanone ha piovuto sempre e il fatto che non ci sia un governo è davvero una bella disdetta visto che a parte Pioli non sai nemmeno più chi insultare. Poi ho finalmente capito da cosa è scaturita quella serie di sei vittorie consecutive che ha fatto tanto scalpore, altro che angeli. E devo ammettere che avevate ragione voi su di lui perché proprio guardando a quella serie se c’è una cosa che ha imparato dagli errori che gli avete sempre imputato è che andavano assolutamente rifatti. Tipico atteggiamento del ceppicone. Parlando invece delle cose degli altri e facendo un rapido calcolo, alla Roma per passare il turno sarebbero serviti 15 gol, non cantare più l’inno di Venditti, rinnegare Sordi e Verdone, imporre l’obbligo della guida a sinistra sul Raccordo Anulare. Mentre forse per eliminare un po’ di quelle divisioni che ci contraddistinguono, quei campanilismi dell’ego, quell’essere contro la società invece che contro l’allenatore, amare la finocchiona piuttosto del lampredotto, essere dei Bianchi invece che degli Azzurri, bisognerebbe togliersi gli occhiali sperando di averli, perché questo ci permetterebbe di fare un passo verso l’altro. Magari dirgli che senza occhiali sta meglio in modo che possa risponderci che anche noi siamo più accettabili quando non li indossa. Poi scegliamo la nostra colonna sonora, quel modo intimista di suonare la tromba di Chet Baker, quel suo stile lirico così adatto proprio quando per motivi di divisioni interne c’è da festeggiare anche una sconfitta. Voglio chiudere ricordandovi che malgrado Pioli, Corvino, Della Valle, quello scarso di Biraghi, il bilancio, il comparto sportivo, i giocatori grassi, quelli che vogliono andare via e quelli che non vogliono venire, i cori razzisti di molti più di qualche imbecille, l’erba verde di maggio che fa gli occhi belli, la nostra dote più grande rimane la possibilità.

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