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martedì 22 maggio 2018

La rotonda


Lentamente muore chi è costretto a parlare di rosa da sesto posto per valutare negativamente chi arriva ottavo. Peccato perché questo surrealismo del vaglio tecnico lo metto tra le cose che mi strappano un sorriso. Come un quadro di Magritte, artista asciutto altro che Veretout. Ho pensato a quanto fossero stati bravi Corvino e i Della Valle a costruire una rosa da sesto posto facendo plusvalenze a destra e a manca e abbattendo il monte ingaggi, alla faccia del Milan, mi è tornato in mente ieri sera proprio mentre stavo entrando in una rotonda, e per godermi quel pensiero senza più pensare alla strada ho fatto venti giri, e poi altri due pensando che se la realtà dell’ottavo posto è invece così brutta chissà allora come saranno gli incubi. Poi una panda quattro per quattro mi ha suonato, quattro per quattro che fa sedici, ma aveva una rosa da almeno dieci euro sul cruscotto. Penso che con l’età in realtà si continua a non capire una sega di calcio, ma ci si da un tono. Naturalmente io porto pazienza come il rospo sbaciucchiato da tutte le principesse. Le rose del resto sono interpretabili, penso alla pagina della stagione da voltare, settecento percepite da qualcuno. Mentre giravo pensavo anche a come potreste amare Pioli se solo fosse un altro. E in merito al mio silenzio vi assicuro che so stare zitto anche meglio di così. Se poteste vedermi sapreste anche che quando vi leggo scuoto la testa e me ne vado senza parlare. Come un difensore che si rifugia in corner. Anzi in Kerner.

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