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venerdì 11 novembre 2016

Storia triste a metà di un tifoso napoletano che vive in San Frediano sotto copertura



In assenza di partite, Iva, tutt’altro che una sequenza di cifre che identifica univocamente un soggetto che esercita un’attività rilevante ai fini dell’imposizione fiscale indiretta, piuttosto invece la “vedova” in visita parenti di “Gennaro”, evidente nome partenopeo di copertura, che è arrivato a Firenze nel ‘89  grazie a un programma di protezione, strumento disposto dal magistrato dopo la sua scelta di diventare un collaboratore di giustizia. Nella sua precedente vita pur ricoprendo un ruolo decisamente ruvido, si era sempre distinto nell’ambiente per un’interpretazione piuttosto romantica dell’attività di assassino professionista. Prima di uccidere le sue vittime infatti le portava sempre a vedere Napoli, ma soprattutto il Napoli, specie quando il delitto cadeva di domenica e lui col cazzo che si perdeva una partita di Maradona. Storia triste perché oggi senza la sua amata pistola con il silenziatore si sente inutile come quelle farmacie in Calabria che hanno finito la Preparazione H. Gli manca tanto l’adrenalina che precedeva il fatto di sangue, così come gli manca il sinistro magico di Diego, e meno la sua Iva. Poi vedremo il perché. Gli unici momenti di tensione rimasti sono la guerra di nervi con l’acqua che bolle. Iva gli parla del rinnovo di Gabbiadini attraverso una grata, mentre intravede la sua sagoma che si allena a starnutire con le Tic Tac in bocca per colpire un bersaglio a venti metri di distanza. Nota con piacere che è sempre molto preciso e che di Gabbiadini non gliene frega un cazzo. Di Sarri non vuole nemmeno parlare perché è uno che si lamenta più di Mazzarri, e lui le sue vittime non le faceva soffrire mai. Storia triste a metà perché oggi Gennaro è una suora di clausura costretta a farsi la barba ripetutamente, ma di buono c’è che se le tromba tutte a girare. Una situazione che ha portato scompiglio esistenziale tra le sorelle costrette a farsi delle domande, alcune addirittura anche a mettere in discussione la propria fede. Tra queste la domanda più ricorrente è; “chissà se Adamo amava veramente Eva o era solo una situazione di comodo”.

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