Impresentabili per 20 minuti, l’arbitro per gli altri 70 più recupero (20 minuti che fanno seguito almeno agli ultimi della sconfitta col Paok, 4 gol che fanno seguito ai 3 subiti in coppa). Con l’animo di chi sa di aver subito dei torti tendo a giustificare più che a criticare la prova della squadra, per reazione alla conduzione di D’Amato. Il mio stato d’animo è quello di chi è consapevole che la vita è dolore, il dolore di un amore infranto, di una persona disillusa, di un pacco di biscotti con l’olio di palma. Naturalmente le responsabilità per aver compromesso la partita sono tutte nostre, ma un rigore non concesso, un’espulsione inventata che ci lascia in 10 per tutto il secondo tempo, e una serie di punizioni dal limite negate, tra le quali anche quella che poi genera il contropiede del quarto gol, è un condizionamento pesante come la cassoeula tanto per rimanere a Milano. Tra le responsabilità della Fiorentina c’è anche l’autolesionismo per la presenza-assenza di Tello che ci costringe a giocare in nove. E questa volta l’arbitro non c’entra niente. Dell’autostrada lasciata all’Inter sulla sinistra la colpa è solo di chi non è più troppo amato. Dei singoli Ilicic su tutti, sontuosa la sua partita, bene anche Kalinic malgrado a Ranocchia sia stato permesso di commettere una serie infinita di falli identici senza che la reiterazione portasse mai all’ammonizione. La serialità impunita dell’intervento falloso da dietro potrebbe essere risolta nel prossimo episodio di Rocco Schiavone. La squadra è piaciuta nel secondo tempo per atteggiamento, personalità e orgoglio nel cercare la rimonta malgrado l’inferiorità numerica. E ce lo saremmo meritato di disputare la ripresa in 11 contro 11. Rimane comunque l’approccio sbagliato e la troppa libertà concessa al tridente nerazzurro. Sousa cambia Milic, Bernardeschi e Tello per far spazio a Tomovic, Chiesa e l’esordiente Perez. Mi rimane qualche dubbio su queste scelte alla luce di una panchina che comprendeva anche Babacar, Zarate e Vecino. Così la Fiorentina perde dopo un mese e mezzo (ultima sconfitta a Torino contro il Toro) e interrompe anche la serie positiva delle tre vittorie consecutive in trasferta. L’arbitro finisce la partita circondato dai giocatori della Fiorentina che gli urlano in faccia, situazione nella quale è facile il contagio di disturbi comunque leggeri come raffreddori o tosse, mentre in situazioni dove i tifosi della parte danneggiata ti mandano varietà di accidenti ben più gravi, e per i quali l’Aspirina non è del tutto efficace, sarebbe stato più auspicabile per D'Amato di essere circondato da persone che sappiano fare almeno un intramuscolo. Cose buone e cose meno buone ci ha regalato questa partita alla fine, come può essere solo un lunedì di merda se non fosse stato per le lasagne avanzate della domenica.
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