Un primo tempo nel quale lo Slovan è sembrato soprattutto Liberec di assestare delle gran pedate. Nel frattempo c’è stato il rigore di Palicic, il solito gol di Kalinic (7° gol in 5 partite, in 2 settimane) e la nota stonata della posizione di Cristoforo. In queste partite incastrate nel traffico degli impegni ravvicinati è fondamentale sbloccare presto per una migliore gestione delle risorse fisiche e mentali. Un po’ com’è importante fare fuori tutte le zanzare da casa prima di dicembre, in modo da evitare che scatti l’obbligo di fargli il regalo di Natale. Considerato che entro il 15 novembre c’è già da fare turn over con le gomme invernali. Secondo tempo che vede il gol in buca d’angolo di Cristoforo (2° gol da professionista) e l’inspiegabile gestione dei cambi, con l’impiego di Kalinic addirittura fino all’85° sul punteggio di 3 a 0. Sarò sicuramente io che non capisco visto che anche della Beatrice non ho mai preso in considerazione la questione della tettonica a placche. Adesso ci manca solo che diano retta ad Alfano che ha avuto la brillante idea di proporre lo spostamento del referendum, quando c’è ancora da recuperare la partita di Genova. Oggi è il 50° dell’alluvione che coincide come abbiamo visto con i 50 anni trascorsi dall’ultimo gol di Cristoforo col Penarol, da festeggiare entrambi buttando in Arno Eugenio Giani grazie ad una di quelle cerimonie a buffet che hanno contraddistinto la sua carriera politica. Fiorentina in testa al girone con 10 punti seguita dal Qarabag a 7, mentre tra le altre italiane impegnate in Europa la Roma vince nettamente in trasferta, il Sassuolo in doppio vantaggio si fa rimontare e l’Inter fa l’Inter perdendo ancora. Sconfitta dei nerazzurri che mi ha riportato alla mente quando da piccolo mi piacevano gli scioglilingua, oggi che dopo l’intervista di Sousa sono più realista e meno sognatore mi rendo conto che sulla panca dell’Inter non sopravviverebbe nemmeno la capra.
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