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mercoledì 20 aprile 2016

Verso Siracusa

 
Io non ho mai dovuto pagare per il sesso, e anche a Cefalù, non a caso, la connessione a Internet era compresa nell’importo della camera. Per quanto riguarda invece la parte logistica, il cannolo vero  è naturalmente quello che te lo riempiono all’istante. Una rivincita nei confronti di quei menù dove mettono la pizza con l'ananas come monito di come la nostra società potrebbe andare a finire. Società non intesa come Fiorentina. E per amore di un qualche filo conduttore che ci lega a un destino, sono bastati solo un paio di giorni sull’isola per farmi un harem di persiane, che naturalmente alla fine se le sbatte solo il vento. Oggi vado a Siracusa, e di Cefalù mi rimarrà il colore del mare, il sapore dei gamberi rossi crudi, certi contrasti di luce, e a proposito di contrasti, sul lungomare, quegli occhi da cerbiatta e allo stesso tempo quell'aria da mignotta. Stasera è già campionato (anzi, il Napoli ha già passeggiato non a Portici ma sotto i portici) e mi pare strano, qua in Sicilia, senza nessun pensiero alla Viola, e non so se per questo motivo mi potrebbe dare più noia una sconfitta della Fiorentina oppure arrotolare lo spaghetto coi ricci attorno al manico della forchetta. Perché poi quando sei in trasferta in un posto bello, col lavoro che si fa interessante, ti esalti anche per certi particolari (vedi foto), la verità del resto sta tutta nei particolari e nei piccoli gesti. Se ti infili il preservativo è difficile che poi vuoi solo parlare. Che è poi la differenza tra l’uomo e la donna, a noi d'altronde basta poco per essere felici: mangiare, bere, dormire, trombare e non capire un cazzo (non è vero che i venditori televisivi uomini venderebbero l'anima per un nuovo cliente anzi, ve la regalano se acquistate il set di pentole).



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