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sabato 23 aprile 2016

Le due facce della stessa medaglia

 
Guardando "Rischiatutto" mi viene in mente: "Mercati di gennaio famosi da 10.000", "Usi e costumi marchigiani da 5.000", "braccini da 2.000", "striscioni offensivi e polemici da 1.000" e "checche isteriche da 3.000". Anche se l’unico vero "Rischiatutto" per me rimane la roulette russa ne "Il cacciatore" diretto da Michael Cimino. Ho in frigo un barattolo di sgombri scaduti che comunque dimostrano più vitalità della conduzione di Fabio Fazio. E per tornare invece al mio periodo d’oro, quando cioè puntavo allo scudetto, e che giustamente mi rinfacciate tutte le volte che volete rivalervi su di me, devo dire che ci sono cose che sai fin dall'inizio che non accadranno mai. Eppure ci credi, fino all'ultimo. Perché certe speranze un po' te le devi. Io lo so perfettamente che mi considerate un povero poeta, e che quando vi addormentate tra le braccia della persona che amate pensate a quanto fortunati siete mentre io dormo pensando ai gamberi rossi crudi di Mazara del Vallo. So anche che ieri la Beatrice dalle poppe grosse ha destato un certo interesse, ricordo ancora che per sottolineare i suoi pregi gliele coloravo con l’evidenziatore. Ma non ci sono stati solo i momenti d’oro della Beatrice e delle sue poppe grosse che sfidavano con sfrontatezza la forza di gravità, come quando la squadra sfidava il fair paly finanziario dall'alto della classifica. Ci sono anche certi oggi e certi ieri dove hai fatto e devi fare i conti con la realtà, il crollo della squadra negli ultimi mesi fa il pari con quando comprai l'ultimo modello di bambola gonfiabile, talmente realistica che non me la dava. Le due facce della stessa medaglia insomma.

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